6.6.08

Fabrizio Gatti - La preparazione di un reportage sotto copertura



Inviato del settimanale L’Espresso, a cui è passato nel 2004 dopo aver a lungo scritto per il Corriere della Sera, deve la sua notorietà alle numerose inchieste condotte sotto copertura. E’ stato in Moldavia, Romania, Albania, Egitto, Marocco, Tunisia, Niger, Mali, Senegal e Venezuela per ripercorrere i viaggi delle vittime della prostituzione, del lavoro nero e dell’immigrazione clandestina. Nel 1998 ha vissuto in una baraccopoli alla periferia di Milano. Ha poi condotto inchieste sulle trasformazioni nel mondo del lavoro globalizzato, sul trattamento subito dai rifugiati kosovari che varcavano il confine svizzero e sui centri di permanenza temporanea dove vengono detenuti gli stranieri senza documenti. Nel 2000 si è fatto rinchiudere nel centro milanese di via Corelli e, nel 2005, nel cpt di Lampedusa, con il nome di Bilal Ibrahim el Habib. Bilal è divenuto il titolo del libro che ha vinto il Premio Terzani.  Per il suo reportage sulle condizioni degli immigrati che lavorano come braccianti nell’Italia meridionale gli è stato assegnato, nel 2007, il prestigioso premio giornalistico dell’Unione Europea (Journalist Award). Tra le sue inchieste più conosciute, va ricordata quella sul “Policlinico degli orrori” a Roma. E’ autore del libro per ragazzi Viky che voleva andare a scuola (2003). Bilal è stato pubblicato da Rizzoli nell’autunno 2007 per la collana 24/7.

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