25.3.08

PRATICARE IL PACIFISMO ATTRAVERSO L'OSPITALITÀ

Globetrotter in casa d'altri


Da quasi 60 anni l'associazione Servas mette in contatto viaggiatori di tutto il mondo disposti a scambiarsi visite di cortesia.
Un modo economico per viaggiare e fare nuove amicizie, senza spese.

Di Eleonora De Bernardi
Pagina "Il tempo liberato", Territori n° 146

Girare il mondo gratis, o quasi.
Un sogno realizzabile grazie a Servas, l'associazione pacifista che dal 1949 mette in contatto chi cerca ospitalità e chi è disposto a offrirla.
Oggi gli iscritti sono a quota 15mila, in oltre 125 nazioni.
Dal Brasile all'Australia, da New York a Dakar, c'è sempre qualcuno pronto ad aprire la porta di casa, per il solo piacere di conoscere persone nuove e di mostrare il proprio Paese e la propria cultura.
"Si pensa che per viaggiare ci vogliano un sacco di soldi -dice Anna Siragusa, socia Servas-, ma non è così vero. Io sono stata un anno in America Latina, spendendo meno che a casa mia a Milano".
Anna Siragusa si è presa un anno sabbatico dall'insegnamento e ha attraversato il Sudamerica in lungo e in largo, quasi sempre ospitata da gente del luogo.
"Quando si entra nella casa di qualcuno è come diventare un po' parte della famiglia - racconta Mario Arosio, coordinatore di Servas a Milano, che è stato ospitato insieme a moglie e figli in California -. Bisogna aver spirito di adattamento, ma può essere molto divertente. Si scoprono le abitudini altrui e si osservano le proprie da un altro punto di vista.
Insomma è un buon esercizio di tolleranza e fratellanza fra i popoli".
In Italia i soci Servas sono 1.788.
Tra loro Gemma Assante, docente universitaria che ha visitato il Giappone ospite in casette di bambù e in grattacieli cittadini, e Luigi Uslenghi, uno dei soci fondatori, che da giovane ha attraversato l'Europa, passando dagli appartamenti degli studenti ai castelli della Baviera.
Ma c'è anche Anna Maria Cazzaniga, 77 anni portati a meraviglia, viaggiatrice senza sosta da quando è in pensione: "sono stata una decina di volte negli Stati Uniti, da New York alle Hawaii. Poi in Messico, in Indonesia, in Cina, in Giappone e perfino in Alaska. Oggi che non posso più stare via per tanto tempo, mi piace ospitare le persone e continuare a viaggiare attraverso i loro racconti".
N.B."Il principio dell'associazione non è ovviamente andare in vacanza a scrocco - specifica Luigi Uslenghi, un iscritto della prima ora - ma praticare il pacifismo attraverso l'ospitalità. L'associazione è stata fondata dopo il secondo conflitto mondiale da un gruppo di giovani contrari alla guerra e provenienti da tutto il mondo. Il nostro Paese è stato presente fin dagli esordi, ma è dagli anni Settanta che si è creata un vera e propria lista di aderenti italiani.
All'inizio eravamo in dodici, poi grazie alla cultura di allora, più recettiva ai temi dell'internazionalismo e della pace, nel corso di due decenni l'associazione è cresciuta sensibilmente".
Un trend che in Italia rimane positivo ancora oggi, mentre è calato nei Paesi anglosassoni, primi promotori di Servas.
L'Italia può infatti vantare un primato mondiale: è il Paese con più soci iscritti, seguita da Stati Uniti (1.427), Germania (1.377) e Francia (1.309).
A differenza di altre associazioni di scambio internazionale, Servas non offre semplicemente un letto dove dormire, ma valorizza il rapporto umano, la disponibilità al dialogo e all'ascolto tra viaggiatori e ospitanti
"Chi vuole diventare socio sostiene un colloquio con i coordinatori locali - spiega Arosio -.
Si tratta di una mini selezione per verificare le buone intenzioni del nuovo aderente e la sua condivisione dei principi di fratellanza e pacifismo. Non è invece necessario offrire ospitalità.
Se una persona non ne ha la possibilità, può comunque associarsi come semplice 'viaggiatore' oppure dare la disponibilità come day host e accompagnare i visitatori nella propria città durante il soggiorno. L'adesione tradizionale è tuttavia quella di ospitante-viaggiatore.
La tessera, che costa 18 euro per i viaggiatori e 15 per chi ospita soltanto, dura un anno.
Per ogni Stato esiste una sorta di guida, che raccoglie i contatti e le indicazioni dei viaggiatori Servas che ci sono già stati.
"Da anni poi organizziamo iniziative per favorire l'incontro e la condivisione dei saperi - racconta Uslenghi -.
Tra queste c'è 'Sentieri insieme', una passeggiata sulle Alpi aperta ai soci di tutto il mondo, e la Servas Summer University, una settimana di laboratori in cui ogni partecipante condivide con gli altri una competenza personale, dalla lingua alle danze tradizionali del proprio Paese".
Infine, Servas organizza conferenze internazionali sul pacifismo e l'amicizia tra i popoli.
"A uno di questi appuntamenti - ricorda Uslenghi -, ha partecipato anche, come socio Servas, Peter Benenson, il fondatore di Amnesty International scomparso due anni fa: un uomo di grande umanità che rappresenta bene i nostri valori".
fonte: Terre di Mezzo - il giornale di strada (www.terre.it)

16.3.08

Corviale

E' molto difficile descrivere Corviale ... per fortuna ho trovato in rete un video molto esplicativo (maggiori info. su www.dalomat.it)

                           

15.3.08

info. sulla Garbatella

23/02/2008 - Info. sulla Garbatella

Fa parte della XI Circoscrizione tra la Via Ostiense e la Cristoforo Colombo ed è attraversata da Via delle Sette Chiese.

Come arrivare?

 
                      


In aereo:
Dall'aereoporto internazionale di Roma-Fiumicino prendere il treno per Roma Ostiense (10 minuti)

In treno:
Dalla tutte le stazioni ferroviarie di Roma prendere il treno per Roma Ostiense (10-15 minuti)

In metropolitana:
Prendere la Linea B della metropolitana e scendere alla fermata Garbatella

Collegamenti utili:
  • 3 fermate di metropolitana (Linea B) dal Colosseo
  • 5 fermate di metropolitana (Linea B) dalla stazione ferroviaria di Roma Termini
  • Linea diretta con Piazza Venezia (Bus nr. 716 - 10 minuti circa)
(sito dell'agenzia per la mobilità del Comune di Roma in cui troverete tutte le informazioni sul trasporto urbano della capitale - compresi orari, mappe, percorsi, agevolazioni, ecc...-)


X approfondire









AU REVOIR A TUTTI!

VI LASCIO CON LA CANZONCINA CHE ULTIMAMENTE MI CAPITA DI CANTICCHIARE :)

                           

P.S. video tratto dal film Horse Feathers - I fratelli Marx al college (1932)

...il testo (nel caso in cui voleste canticchiarla) 

[Zeppo]
Everyone says I love you
the cop on the corner and the burglar too
the preacher in the pulpit and the man in the pew
says I love you

Every one, no matter who
the folks over eighty and the kid of two
the captain and the sailor and the rest of the crew
says I love you

There are only eight little letters in this phrase you’ll find
but they mean a lot more than all the other words combined

Everywhere the whole world through
the king in the palace and the peasant too
the tiger in the jungle and the monk in the zoo
says I love you

[Harpo]
"Whistling"

[Chico]
Everyone Says I Love You
The great big mosquito when he stings you
The fly when he gets stuck on the fly paper too says
I Love You

Every time the cow says moo
She makes the bull-a very happy too
The rooster when he hollers cock-a-doodle-doodle-doo
says I Love You

Christopher Columbus he write
the Queen of Spain a very nice little note
He write "I Love You, baby"
and then he gets himself a great big boat
He's a wise guy.
What do you think Columbus do
When he come here in 1492
He said to Pocahontas "Acki Vachi Vachi Voo,
"That means "You little son of a gun, I Love You."

[Harpo]
"Plays harp"

[Groucho]
Everyone says I love you
But just what they say it for I never knew
It's just inviting trouble for the poor sucker who
says I love you.

Take a pair of rabbits who
Get stuck each other and begin to woo
And pretty soon you'll find a million more rabbits who
Say I love you

When the lion gets felling frisky
And begins to roar
There's another lion who knows just what he's roaring for

Everything that ever grew
The goose and the gander and the gosling too
The duck upon the water when he feels that way too
says... 

[Duck]
"Quacking"


                    

14.3.08

...e me ne vado in giro per i lotti popolari... / Garbatella 2a parte



23/02/2008 - Questa città è una ricca, ipercalorica, torta a strati e per quanto la si percorra in lungo e in largo non la si conoscerà mai!

L’ho sperimentato ancora una volta potendo dedicare al mio vagabondaggio solo le tre ore scarse di buco fra i miei impegni e la partenza. 

Tanto per cominciare La Garbatella conta 48.000 abitanti (grande quanto il paese in cui vivo ora).

Un’ipotesi molto molto “maliziosa”, ne fa derivare il nome dall’appellativo dato alla leggendaria proprietaria, bella e particolarmente “gentile”, di un’osteria che si trovava sulla via Ostiense.

In verità molti ritengono che non concedesse “quel” genere di favori, ma che fosse semplicemente un’ospite perfetta.

Secondo un’ipotesi più scientifica (e tristanzuola aggiungo io) il nome deriverebbe invece da un tipo di coltivazione della vite ("a barbata" o "a garbata", appoggiando le viti ad alberi di acero o olmo) in uso sui colli se non, addirittura, dall’”amenità” dei luoghi...

Il quartiere nacque il 18 febbraio 1920 giorno in cui il re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra. Dove? In Piazza Brin, come ricorda un’iscrizione commemorativa su cui si legge anche che fu l'Ente per lo sviluppo marittimo e industriale a promuoverne la costruzione. E sì, perchè all’epoca si pensava di creare in quella zona un moderno polo industriale e in quest’ottica, il Tevere assunse, inevitabilmente, un’importanza strategica.

Gli urbanisti umbertini avrebbero voluto collegare la zona a sud di Roma al lido di Ostia attraverso un canale navigabile parallelo al Tevere che, se fosse stato realizzato, avrebbe dato alla città un porto commerciale.

La Garbatella sorse proprio allo scopo di ospitare i lavoratori del futuro polo industriale e navale.

Sarebbe dovuto essere quasi un borgo marinaro la cui architettura s’ispirava al modello inglese delle Garden Cities (che erano state concepite dal padre del socialismo Robert Owen) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l'orto.

E il bello è che questa peculiarità si nota ancora soprattutto nei lotti più antichi!


N.B. Le unità abitative erano suddivise in lotti e il rapporto tra le metrature edificate e quelle dedicate al verde "privato" era tra i più alti nell'Italia dell'epoca (e certamente di quella attuale).

Si trattava quindi un quartiere popolare e popoloso, ma a misura d’uomo in cui persino l’estetica delle architetture era molto curata.





Una concezione dell'abitare molto diversa da quella che ha ispirato la realizzazione di Corviale (rimando al prossimo post chi non conoscesse ancora quest'altro luogo di Roma) ...


Basta entrare in un cortile per ritrovarsi di fronte a giardini, balconi fioriti, panni stesi ad asciugare...


...un luogo talmente gradevole che ti verrebbe voglia di chiedere asilo a qualche residente!





Sono a Roma e, contemporaneamente, in un borgo!
 



Poi...posi lo sguardo sulla facciata apparentemente anonima di un palazzo...




... alzi gli occhi e...





...e...scopri di essere OSSERVATO...





Durante il ventennio fascista, però, gli ideali sottesi all’edificazione della Garbatella vennero definitivamente messi da parte così come l’idea di un porto fluviale.

Che la pianificazione urbanistica sia stata stravolta lo dimostra il fatto che il rapporto verde-edificato calò sensibilmente.

Al posto delle casette basse della Città Giardino con l'orto ad uso famiglia si costruirono palazzine a quattro, cinque piani con i giardinetti e gli spazi collettivi.

Il regime aveva bisogno di più spazio soprattutto per ospitare gli sfrattati vittime degli sventramenti attuati nel centro.

Difatti il culmine di questo cambiamento è rappresentato dai tre lotti chiamati Alberghi (Rosso, Bianco e Giallo) nei pressi di piazza Eugenio Biffi, strutture nate solo pochi anni dopo le villette dell'inizio dell'edificazione dell'area (dal 1927), ma significativamente differenti dal punto di vista funzionale oltreché estetico.

Si trattava di “Alberghi collettivi”, dormitori con molti servizi in comune (oggi uno di quegli alberghi ospita un teatro).

Eppure nemmeno questo stravolgimento ha privato il quartiere del suo fascino









anche i condomini più miseri hanno magnifici cortili



un fascino che è rimasto intatto sino al moderno senso estetico...




...Roma è una matrioska e anche questa non le si attaglia gran che come definizione...voglio dire che non si può affermare di vivere a Roma perchè, non esiste “una” Roma sola e la commistione di stili architettonici (susseguitisi in un lasso di tempo brevissimo) in cui t’imbatti in questo posto lo dimostra. 

Se pensi poi che la Basilica di San Paolo fuori le mura o le catacombe sono vicinissime, o meglio, sono “nel” quartiere ti vengono le vertigini!

Che dire?



Au revoir Garbatella!



Foto (tutte) by Caterpillar

Something stupid (like “I love you”)... / Garbatella 1a parte

22/02/2008Something stupid (like “I love you”)... per riuscire a sopravvivere ad un viaggio su un eurostar.

Se me l’avessero detto qualche anno fa non ci avrei mai creduto che avrei barattato i cccp per Frank Sinatra!

Ma tant’è! Anche se mi sorprende ancora, questi generi se ne stanno insieme senza escludersi.

Sì, per quanto mi riguarda, è la musica giusta per riuscire a sopportare tutto: sporcizia, ritardi e fin’anche l’idea di dovermene tornare a Roma anche solo per un giorno...

(Intendiamoci, amo Roma! Ci sono nata, c’ho vissuto, ma, ma, ma m’immalinconisce e non sto qui a spiegare il perchè. E non starò qui nemmeno a lagnarmi dei disservizi delle patrie ferrovie: esistono blog nati per questo e ad essi vi rimando!)

Lo swing, rispetto al punk, è la musica adatta per godersi, per assaporare, la lentezza di un viaggio in treno.

In fondo se non si hanno appuntamenti da rispettare e se le zecche non ci attaccano si ha l’impressione di ritagliarsi una “cuccia” tutta per sé...sì una specie di tenda messa lì, proprio al centro del nostro casino quotidiano.

Una cuccia in cui rintanarci a leggere, ascoltare musica, immaginare d’essere in una commedia hollywoodiana (una commedia di Woody Allen non s’intitolava Tutti dicono I love you?) e guardare il paesaggio che si svolge e scappa col naso appiccicato al finestrino (come mai avremmo potuto fare da bambini perchè mamma ce l’avrebbe impedito!) ...

                        

Un posto, un tempo fuori e dentro il proprio tempo, in cui ricevere anche dei consigli di lettura dagli sconosciuti...




La musica sveglia il tempo di Daniel  Barenboim Ed. Feltrinelli

In breve
"In musica, come nella vita, possiamo parlare davvero solo delle nostre reazioni e delle nostre percezioni. E se provo a parlare di musica, è perché l’impossibile mi ha sempre attratto più del difficile" Daniel Barenboim.

Questo non è un libro per musicisti o per non-musicisti, è piuttosto un libro per le menti curiose di scoprire le corrispondenze fra musica e vita, e la saggezza che diventa comprensibile all’orecchio pensante. Tali scoperte non sono privilegi riservati ai musicisti di grande talento che fin dalla più tenera età ricevono un’educazione musicale, né una torre d’avorio o un lusso riservato ai ricchi; sono convinto che sviluppare l’intelligenza dell’orecchio sia una necessità fondamentale” 
Daniel Barenboim


Arrivo a Roma...finalmente! 

Mi accoglie l’immancabile campagna elettorale...

Domani utilizzerò le ore libere per visitare la Garbatella: il quartiere in cui dovrò pernottare e che non ho mai visto.


foto by Caterpillar

Il quartiere che a Moretti piaceva più di tutti (parole sue in Caro Diario) oggi noto per essere il set de I Cesaroni (cosa che mi ripeteranno tutti fino alla fine del mio soggiorno lampo nella capitale).

                           

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