24.2.10

360° Green Revolution


Rubo un post dal blog di Daniele (caterpillar3) sviaggiatore impigrito (;P)...sviaggiando al posto suo...
Cat
P.S. C'è un articolo interessante sull'argomento anche qui: genitronsviluppo.com

13 FEBBRAIO 2010
Non sono solito usare il blog per fare pubblicità, ma in questo caso farò uno strappo.
È bello scoprire che proprio il cuore verde dell'Italia, la mia Umbria, ospita la prima impresa certificata "verde" della nazione. Si tratta della tenuta agricola Castello Monte Vibiano Vecchio (nella foto) che produce a zero emissioni olio, cereali, legumi e vino; in particolare il Il Villa Monte Vibiano, un rosso premiato dalla Guida Vini d'Italia 2010 dell'Espresso come migliore bottiglia per rapporto qualità prezzo (in vendita tra i 5 e 6 euro).

I miei complimenti, e che sia buon esempio per tutti del significato di responsabilità sociale d'impresa!
Qui l'articolo di Repubblica.it, fonte della presente.




23.2.10

Miami-L’Avana e ritorno (...dal mio internazionale delle meraviglie)


Per tre mesi, a partire dal 22 febbraio, il sito della tv Arte segue la vita quotidiana di sei giovani dell’Avana e sei di origine cubana che vivono a Miami.

Il progetto del canale culturale franco-tedesco prevede una serie di brevi documentari che compongono la serie Avana-Miami: i tempi stanno cambiando. Ogni settimana tre video di due minuti da Cuba e altrettanti dallla Florida, per capire le vite, le paure e i desideri di persone divise da 150 chilometri di mare.

“All’Avana la rivoluzione non è più quella di una volta e a Miami molti cubani sono diventati americani. I tempi sono cambiati e una nuova generazione guarda al futuro con nuove speranze a ambizioni”, spiegano i realizzatori del progetto, che è una coproduzione di Arte, la radiotelevisione svizzera, Alegria e Tamouz media.

Il progetto riprende la struttura della serie Gaza/Sderot, realizzato dallo stesso produttore, Serge Gordey. La novità è che gli spettatori, oltre a seguire i documentari, possono commentare e condividere i video.

Fonte: internazionale.it

N.B.

Per seguire il programma e guardare i video CLIKKATE QUI: havana-miami.arte.tv

22.2.10

Milano, Via Padova: life on mars


Mentre stavo curiosando sul sito di una web tv che avevo deciso di segnalare ho scoperto l'Orchestra di Via Padova...meraviglie della rete!
Ma procediamo con ordine...la web tv si chiama CrossingTV ed è la prima webtv italiana fatta da giovani per giovani, realizzata da una redazione interculturale.

CrossingTV intende raccontare i molteplici e variegati universi giovanili che non vengono mai rappresentati dai media mainstream, cercando di scardinare i pregiudizi e contrastare gli stereotipi che i giovani quotidianamente subiscono.
Attraverso la creatività e la contaminazione artistica e culturale, CrossingTV propone modelli positivi di rappresentazione sociale dei giovani.
Per approfondimenti scarica il pdf.

La tv mi è piaciuta perché è fresca, originale e, soprattutto, perché ci rimanda finalmente l'immagine, non di un' Italia a venire, ma di un paese che c'è già, che esiste. Un paese interetnico. Che leghisti&Co. si rassegnino!


Orchestra di Via Padova

Fonte:crossingtv.it

Pubblicato da Silvia Storelli

lunedì, 11 gennaio 2010

L’Orchestra di Via Padova di Milano, nasce nel 2006 sull’esempio della leggendaria Orchestra di Piazza Vittorio di Roma, ovvero nasce da un luogo complesso e difficile: la zona di via Padova.

Si tratta di un luogo con una massiccia presenza di cittadini immigrati, un luogo quindi ricco di storie, di conflitti sociali, ma anche di convivenze solidali, ricco di gente di passaggio e soprattutto ricco di musicisti professionisti provenienti da tutto il mondo.

L’Orchestra è principalmente un progetto artistico e culturale, con una forte connotazione di carattere sociale, che è nato dal basso e in maniera spontanea dalla volontà di un abitante di via Padova: il musicista Massimo Latronico (che, non a caso, è anche un educatore).

Max ha saputo mettere insieme un gruppo eterogeneo di 15 musicisti, valorizzandone le differenti sensibilità artistiche, le professionalità e la voglia di comunicare.Dal mio punto di vista, un progetto del genere ha molto più valore e più sostanza dei troppi progetti, cosiddetti “interculturali”, calati dall’alto, che mirano a mettere insieme “le culture altre” senza, in realtà, favorire dinamiche di scambio e di relazione fra le persone.

Nella presentazione del loro sito si legge “Via Padova è quel luogo dove tutto succede e tutto si dimentica in fretta… per sopravvivenza. Tutti passano con la loro storia, i loro ritmi, i loro colori; ma senza fermarsi. L’Orchestra è nata con la voglia di lasciare un segno in questo luogo, un segno diverso che vuole essere una sorta di diritto di cittadinanza a chi, per esprimersi, è costretto a vagare in continuazione. È composta da musicisti professionisti italiani e stranieri che, per i motivi più diversi, hanno attraversato la zona compresa tra via Padova e viale Monza. Alcuni sono riusciti a fare il proprio lavoro in Italia, altri sono costretti a fare mestieri diversi per potersi mantenere. Ma nessuno ha perso il proprio bagaglio culturale e professionale.”


Tunjà, il video

Il video è una sorta di presentazione di tutti i musicisti del gruppo, con un finale a sorpresa che fa ben capire come la pensano quelli dell’Orchestra in merito alle politiche sulla sicurezza!

Regia di Claudia Cipriani, musica di Abdullay Taorè/Massimo Latronico, cantanta da Abdullay Traorè e eseguita dall’Orchestra di Via Padova.



E sui fatti di Via Padova questo gruppo ha le idee chiare…

Via Padova vista da noi
Febbraio 2010
In questi giorni vengono dette tante cose su Via Padova, sull'integrazione e sull'intolleranza.
Vista dal di fuori la nostra esperienza di condivisione sociale e culturale viene vista come qualcosa di eccezionale, di unico. Non è così.
Noi siamo lo specchio di quello che non si vede nei telegiornali, delle persone normali, che vivono e convivono.
Delle mamme che portano i propri figli a scuola e poi si prendono un caffè al bar insieme, senza accorgersi neanche che magari una mamma è italiana, l'altra marocchina e l'altra peruviana, e il barista è cinese.
Nessuno se ne accorge perché è la cosa più normale di questo mondo, e le cose normali non fanno notizia.
Quello che è successo è tremendo: per futili motivi è scoppiata una rissa e un ragazzo ha accoltellato un altro ragazzo.
Nessuno parla di questo perché è molto più d'effetto mettere il dito su uno scontro interetnico che in realtà non esiste fra le persone che quotidianamente lavorano e vivono in pace.
Dopo questo fatto, pochi facinorosi, indisturbati, hanno incominciato a devastare. Per ore hanno agito liberamente e impunemente lasciando credere che Via Padova sia quella cosa lì.
Loro erano qualche decina, Via Padova è 4 chilometri e mezzo di case piene di persone.
Noi, insieme agli Amici del Parco Trotter chiediamo che il Comune non ci mandi solo l'esercito, ma soldi e risorse per risanare le scuole, assistere gli anziani, i giovani, i bambini, creare spazi di incontro e socialità, migliorare la vita del quartiere e renderla più sicura dal punto di vista, prima di tutto, sociale.

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