25.3.08
PRATICARE IL PACIFISMO ATTRAVERSO L'OSPITALITÀ
16.3.08
Corviale
15.3.08
info. sulla Garbatella
Dall'aereoporto internazionale di Roma-Fiumicino prendere il treno per Roma Ostiense (10 minuti)
In treno:
Dalla tutte le stazioni ferroviarie di Roma prendere il treno per Roma Ostiense (10-15 minuti)
In metropolitana:
Prendere la Linea B della metropolitana e scendere alla fermata Garbatella
Collegamenti utili:
- 3 fermate di metropolitana (Linea B) dal Colosseo
- 5 fermate di metropolitana (Linea B) dalla stazione ferroviaria di Roma Termini
- Linea diretta con Piazza Venezia (Bus nr. 716 - 10 minuti circa)
14.3.08
...e me ne vado in giro per i lotti popolari... / Garbatella 2a parte
23/02/2008 - Questa città è una ricca, ipercalorica, torta a strati e per quanto la si percorra in lungo e in largo non la si conoscerà mai!
L’ho sperimentato ancora una volta potendo dedicare al mio vagabondaggio solo le tre ore scarse di buco fra i miei impegni e la partenza.
Tanto per cominciare La Garbatella conta 48.000 abitanti (grande quanto il paese in cui vivo ora).
Un’ipotesi molto molto “maliziosa”, ne fa derivare il nome dall’appellativo dato alla leggendaria proprietaria, bella e particolarmente “gentile”, di un’osteria che si trovava sulla via Ostiense.
In verità molti ritengono che non concedesse “quel” genere di favori, ma che fosse semplicemente un’ospite perfetta.
Secondo un’ipotesi più scientifica (e tristanzuola aggiungo io) il nome deriverebbe invece da un tipo di coltivazione della vite ("a barbata" o "a garbata", appoggiando le viti ad alberi di acero o olmo) in uso sui colli se non, addirittura, dall’”amenità” dei luoghi...
Il quartiere nacque il 18 febbraio 1920 giorno in cui il re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra. Dove? In Piazza Brin, come ricorda un’iscrizione commemorativa su cui si legge anche che fu l'Ente per lo sviluppo marittimo e industriale a promuoverne la costruzione. E sì, perchè all’epoca si pensava di creare in quella zona un moderno polo industriale e in quest’ottica, il Tevere assunse, inevitabilmente, un’importanza strategica.
Gli urbanisti umbertini avrebbero voluto collegare la zona a sud di Roma al lido di Ostia attraverso un canale navigabile parallelo al Tevere che, se fosse stato realizzato, avrebbe dato alla città un porto commerciale.
La Garbatella sorse proprio allo scopo di ospitare i lavoratori del futuro polo industriale e navale.
Sarebbe dovuto essere quasi un borgo marinaro la cui architettura s’ispirava al modello inglese delle Garden Cities (che erano state concepite dal padre del socialismo Robert Owen) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l'orto.
E il bello è che questa peculiarità si nota ancora soprattutto nei lotti più antichi!
N.B. Le unità abitative erano suddivise in lotti e il rapporto tra le metrature edificate e quelle dedicate al verde "privato" era tra i più alti nell'Italia dell'epoca (e certamente di quella attuale).
Si trattava quindi un quartiere popolare e popoloso, ma a misura d’uomo in cui persino l’estetica delle architetture era molto curata.
Una concezione dell'abitare molto diversa da quella che ha ispirato la realizzazione di Corviale (rimando al prossimo post chi non conoscesse ancora quest'altro luogo di Roma) ...
Durante il ventennio fascista, però, gli ideali sottesi all’edificazione della Garbatella vennero definitivamente messi da parte così come l’idea di un porto fluviale.
Che la pianificazione urbanistica sia stata stravolta lo dimostra il fatto che il rapporto verde-edificato calò sensibilmente.
Al posto delle casette basse della Città Giardino con l'orto ad uso famiglia si costruirono palazzine a quattro, cinque piani con i giardinetti e gli spazi collettivi.
Il regime aveva bisogno di più spazio soprattutto per ospitare gli sfrattati vittime degli sventramenti attuati nel centro.
Difatti il culmine di questo cambiamento è rappresentato dai tre lotti chiamati Alberghi (Rosso, Bianco e Giallo) nei pressi di piazza Eugenio Biffi, strutture nate solo pochi anni dopo le villette dell'inizio dell'edificazione dell'area (dal 1927), ma significativamente differenti dal punto di vista funzionale oltreché estetico.
Si trattava di “Alberghi collettivi”, dormitori con molti servizi in comune (oggi uno di quegli alberghi ospita un teatro).
Eppure nemmeno questo stravolgimento ha privato il quartiere del suo fascino
...Roma è una matrioska e anche questa non le si attaglia gran che come definizione...voglio dire che non si può affermare di vivere a Roma perchè, non esiste “una” Roma sola e la commistione di stili architettonici (susseguitisi in un lasso di tempo brevissimo) in cui t’imbatti in questo posto lo dimostra.
Se pensi poi che la Basilica di San Paolo fuori le mura o le catacombe sono vicinissime, o meglio, sono “nel” quartiere ti vengono le vertigini!
Che dire?
Something stupid (like “I love you”)... / Garbatella 1a parte
22/02/2008 - Something stupid (like “I love you”)... per riuscire a sopravvivere ad un viaggio su un eurostar.
Se me l’avessero detto qualche anno fa non ci avrei mai creduto che avrei barattato i cccp per Frank Sinatra!
Ma tant’è! Anche se mi sorprende ancora, questi generi se ne stanno insieme senza escludersi.
Sì, per quanto mi riguarda, è la musica giusta per riuscire a sopportare tutto: sporcizia, ritardi e fin’anche l’idea di dovermene tornare a Roma anche solo per un giorno...
(Intendiamoci, amo Roma! Ci sono nata, c’ho vissuto, ma, ma, ma m’immalinconisce e non sto qui a spiegare il perchè. E non starò qui nemmeno a lagnarmi dei disservizi delle patrie ferrovie: esistono blog nati per questo e ad essi vi rimando!)
Lo swing, rispetto al punk, è la musica adatta per godersi, per assaporare, la lentezza di un viaggio in treno.
In fondo se non si hanno appuntamenti da rispettare e se le zecche non ci attaccano si ha l’impressione di ritagliarsi una “cuccia” tutta per sé...sì una specie di tenda messa lì, proprio al centro del nostro casino quotidiano.
Una cuccia in cui rintanarci a leggere, ascoltare musica, immaginare d’essere in una commedia hollywoodiana (una commedia di Woody Allen non s’intitolava Tutti dicono I love you?) e guardare il paesaggio che si svolge e scappa col naso appiccicato al finestrino (come mai avremmo potuto fare da bambini perchè mamma ce l’avrebbe impedito!) ...
Un posto, un tempo fuori e dentro il proprio tempo, in cui ricevere anche dei consigli di lettura dagli sconosciuti...
Arrivo a Roma...finalmente!
Mi accoglie l’immancabile campagna elettorale...
Domani utilizzerò le ore libere per visitare la Garbatella: il quartiere in cui dovrò pernottare e che non ho mai visto.
Il quartiere che a Moretti piaceva più di tutti (parole sue in Caro Diario) oggi noto per essere il set de I Cesaroni (cosa che mi ripeteranno tutti fino alla fine del mio soggiorno lampo nella capitale).