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16.3.11

…fioriture…

Fioriture Daniela Tieni
…nel suo ultimo post Daniele parlava di energia…
coincidenze…
una coincidenza l'immagine di Daniela Tieni che, a mio parere, s'adatta perfettamente alle parole che seguono
"Sarebbe il caso che facessimo tutti silenzio, ora.
Un fiore non cresce più in fretta se gli si urla addosso"
SILENZIO
Cat
P.S. nicolaingiappone è un blog attivo da più di quattro anni. E' tenuto da qualcuno che ama e conosce profondamente un paese tanto enigmatico per noi.
Il post che riporto è suo.
martedì 15 marzo 2011
Il terremoto online.
Mi sono appena seduto sul sedile di un MD-80 della Meridiana diretto a Torino. Sono con mia madre, per il suo compleanno le ho regalato questo viaggetto per andare a trovare gli zii.
Il cellulare di mia madre squilla, penso: "ma proprio ora deve squillare, ci buttano fuori dall'aereo seduta-stante...", era mia madrina Pina, preoccupata per un terremoto avvenuto in Giappone.
Ho gonfiato il petto e con orgoglio ho detto: "sarà il solito terremoto, loro ci sono abituati". Ma ho pensato: mia madrina Pina non è scema, e se ha chiamato qualcosa dev'essere pure avvenuto...
L'aereo è decollato, ho sentito l'ansia crescere dentro di me. Atterrati a Torino, l'aria era ferma, calda, appiccicosa. L'iPhone ci mette troppo ad accendersi, mi connetto al sito di Repubblica: il terremoto più forte della storia del Giappone, tsunami devastante, rischio nucleare. Cerco il numero di Shiho. E' un numerone che inizia con "0081..", non lo faccio mai perchè succhia decine di euro per qualche minuto di conversazione, ma devo sapere come sta Shiho.
Mi tornano alla mente le immagini del film 僕の彼女はサイボーグ(Boku no Kanojo wa Saibōgu - La mia ragazza è un Cyborg), del 2008 di Kwak Jae-Yong, dove avviene un mega terremoto che spazza via Tokyo. In effetti questo è un mega terremoto...
Comincio a sentire mio fratello e mia madre che mi chiedono conto di novità, notizie, informazioni. L'auto sfreccia nella tangenziale di Torino, la linea va e viene e ogni volta che compongo il numero, cade la linea, "comunicazione interrotta" o si sente il tono di occupato. Continuano a chiedere e a chiedere, ma io non posso fare nulla, cazzo il telefono non prende, mi fate venire ancora più ansia, LASCIATEMI IN PACE!!
Aspetto solo di arrivare a casa ed avere un computer a portata di mano.
Appena ce l'ho, comincio ad essere bombardato da immagini, video, quasi anche la terra che calpesto tremasse e la camera dove mi trovo venisse inondata da quella lurida acqua nera. E il telefono di Shiho tace. Passano le ore, e sto ancora davanti a quel monitor, bombardato da notizie, scoop, filmati, foto, ultim'ore.
Poi, finalmente è libero, la voce di Shiho, mi dice tranquillamente in perfetto Italiano: "questo non è normale, noi abbiamo tanti terremoti, ma questo...non è normale". Faccio di tutto per trattenere le lacrime, io sono quello che dovrebbe incoraggiare e invece è lei che mi dice che è tutto ok. Non può tornare a casa perchè non ci sono treni.
Chiudo il telefono, ma non riesco a fare a meno di continuare a leggere le notizie che rimbalzano alla velocità della luce tra i vari siti: è la prima catastrofe che seguo online e ho sperimentato che ormai l'informazione fa davvero schifo: le notizie riportate dai vari siti anche autorevoli sono solo frutto di copia-incolla, e come il passaparola si modificano nei vari passaggi arrivando alla fine ad essere notizie incredibili. Fughe radioattive, o forse no; migliaia di morti, forse no ma anche si. E poi Facebook. Cominciano a lievitare i link riportati dagli amici, quando ce ne sono tanti nella lista contatti la homepage diventa demente e nevrotica: assieme ai link dei bimbi-minchia ci sono le notizie incredibili, i dementi a cui non importa che il Giappone venga distrutto accompagnati dai dementi che non hanno dimenticato Pearl Harbor, poi la cattolica integralista che dice che i Giapponesi sono stati spazzati via perchè sono atei. E arrivano quelli che chiedono soldi per gli aiuti, le dichiarazioni politiche, Bruno Vespa coi suoi plastici. E' una babele. E i miei cari sono lì e spietatamente si fa notizia della loro paura, della loro sofferenza.
Tokyo ha retto bene, meglio di come hanno fatto i miei nervi. La terra ha tremato così tanto che era impossibile stare in piedi ma tutto è ancora lì. Tutti i miei cari sono sani e salvi e non hanno smesso di lavorare un solo giorno, nonostante tutto. La costa sul Pacifico del Tohoku è distrutta, piango in silenzio i morti e prego per i sopravvissuti. Ma il Giappone è pieno di Giapponesi, e se sono tutti volenterosi e testardi come quelli che conosco, beh risorgerà tutto come i fiori in un campo di lava asciutta, e tornerà presto la primavera.
I Giapponesi, al contrario di come ci suggerisce il nostro senso comune e gli pseudo-giornalisti catastrofisti, se la cavano già alla stra-grande: tutto funziona di nuovo, si lavora di nuovo, si vive di nuovo. Mentre noi ci addoloriamo per le presunte radiazioni, mentre gli esibizionisti nippofili elargiscono generosamente la loro sapienza aumentando la propria visibilità mediatica sulla pelle dei morti affogati, mentre raccogliamo fondi a favore di chissàchi e che andranno chissàdove, mentre rimbalziamo ancora e ancora immagini, link, video di quell'onda nera che travolge tutto, delle case che si sfaldano...loro, i Giapponesi tutti pur feriti stanno già di nuovo correndo, e pur feriti ci superano in velocità senza guardarsi indietro come hanno sempre fatto e sempre faranno.
Sarebbe il caso che facessimo tutti silenzio, ora. Un fiore non cresce più in fretta se gli si urla addosso.
Altri blog da cui attingere notizie:

31.12.10

-2011- THIS YEAR, I WILL


31 gennaio tempo di propositi (buoni?)…
fra i miei quello di ricominciare a postare e … lo manterrò!
Se qualcuno di voi fosse a corto di idee esiste un generatore di buoni propositi online (clikkate qua) realizzato da una grafica statunitense.
Trovo che sia un'idea divertente!
Si potrebbero usare anche come segnaposto per il cenone (basta stamparli su un cartoncino).
BUON ANNO A TUTTI!
Cat

28.10.10

una carriola di disegni…#2

il DIECI ottobre le carriole sono tornate a L'Aquila…
Angela Maria Russo
Sul cartello di divieto di sosta c'è scritto:
"PER LAVORI" dal.... al...
…non c'è nè la data di inizio e neanche quella della fine ovviamente!

LUNEDÌ 11 OTTOBRE 2010
SIMO CAPECCHI
Ieri nella zona rossa a disegnare credo fossimo almeno 50, più i fotografi e vari accompagnatori. E' la prima volta che un gruppo così consistente di disegnatori si riunisce per un reportage collettivo, da Trieste, Bologna, Latina, Roma, Lanciano. Da Napoli eravamo Caroline Peyron, Ferruccio Orioli, io e mio marito Enrico Rebeggiani, abruzzese di Chieti. Abbiamo conosciuto Antonio Di Giandomenico, il prof. Antonio Gasbarrini e diversi cittadini aquilani attivi nell'Assemblea cittadina che altri avevano già incontrato nei sopralluoghi precedenti. Quello che abbiamo visto e ascoltato è cosa difficile da raccontare.
Ingenuamente, non mi aspettavo di trovare la ferita così aperta, nelle persone oltre che nelle case. La zona rossa comprende quasi l'intero centro storico ed è militarizzata, con camionette ad ogni varco. Tutto è puntellato. Sono pochissimi i cantieri attivi. La città è in attesa di crollare definitivamente e neanche troppo lentamente.
Mentre disegno in piazza Santa Giusta arriva una signora con i genitori anziani e protesta che vuole vedere la sua casa. I vigili del fuoco che ci stanno scortando divisi in tre gruppidi circa venti persone, la fanno entrare e noi le prestiamo i caschetti. Quando tornano il padre è in lacrime. "Ho quattro case e non posso entrare in nessuna. Loro ci entrano invece, eccome: le hanno appena messe in sicurezza, hanno sfondato i tramezzi col piccone per far passare i tiranti, mi hanno fatto a pezzi tutto quello che era rimasto, i mobili..."
A via Sturzo, fuori della zona rossa, la fila di palazzine in cemento armato ha reagito quasi peggio di quelle in muratura: i muri di tamponamento al piano terra sono esplosi cacciando fuori tutto il contenuto delle case. In un mucchio troviamo frammenti di spartiti e strumenti musicali.
Ferruccio Orioli fa questo disegno in quattro parti. Architetto di origini veneziane, ha visto da vicino diversi terremoti, dal Friuli, al Belice, all'Irpinia. "Ma questo è il primo terremoto italiano a non avere una legge speciale che preveda la ricostruzione. Una città intera è stata condannata alla scomparsa. Non ce la faccio più a guardare, finisco l'acquerello al caffè". Siamo stati male, tutti. Non so se era più il senso di impotenza o la rabbia.

Nel 1703, ci racconta Gasbarrini, la città fu distrutta da un violento terremoto e un illuminato Marchese della Rocca Marco Garofalo, il "Bertolaso" di allora, obbligò i cittadini a ricostruire le case assistendoli e sospendendo le tasse per diverso tempo. Da gennaio i cittadini dell'Aquila invece pagheranno le tasse normalmente, arretrati compresi.


Il peso ...della situazione
artman
Un "TELAMONE" ha attirato la mia attenzione, stranamente la diagonale di una impalcatura azzurra coincide con le mani del personaggio... si ritrova a reggere o meglio a sorreggere, il PESO del suo carico consegnatogli dal fato... (particolare del rosone della chiesa di Santa Giusta di Bazzano).

3.10.10

una carriola di disegni…



Ho dichiarato il mio amore per i taccuini di viaggio due anni fa (in questo post 1000-journals-project)

Lo considero ancora un modo di vivere e di viaggiare.

Rappresenta anche un modo differente di guardare e di raccontare, di entrare in contatto con la realtà e di farne esperienza.

Una carriola di disegni è un blog che racconta l'iniziativa di un gruppo di URBAN SKETCHERS che si sono riuniti, come l'ormai noto popolo delle carriole, per riprendersi L'Aquila.


Loro, i disegnatori in carriola, si descrivono così:
...nessuno aveva ancora raccontato L'Aquila e il terremoto con matita e taccuino, girando per le strade e disegnandola dal vero.
L'Idea è proprio questa ed è semplice in fondo: raccogliere le immagini dei disegnatori che attraversando le strade, le piazze, le nuove periferie di questa città silenziosa, ma non ancora ridotta al silenzio, vogliano raccontare i luoghi comuni e non comuni del terremoto.
Raccontare l'orrore e la volgarità del terremoto, la bellezza forse ancora intatta della città, la voglia di ricostruire e di reagire veramente, gli errori e gli squallori che per ora ha riservato la ricostruzione,... mettere su carta che L'Aquila non è proprio quel paradiso in terra di cui parla la gente, quello della "missione compiuta", pieno di case superarredate, scuole, gente felice che ha avuto tutto e chevoletedipiùadesso... ingrati!
Per fare questo serve prendere un taccuino, una matita, una scatola di acquerelli e camminare, osservare e "ridurre" tutto alle due dimensioni del foglio di carta.
Chi viene con noi?


Come il ragno…

Fabio Ascenzi
Percorro le linee di questa struttura e in sequenza seguo la fine che fa una preda caduta nella rete. Immagino le abili zampe che tessono fili indistruttibili per il gran finale. Fotogrammi tragici da riavvolgere per il lieto fine.


Piccole comodità #1

pantofole
Carlo Castellani

25 luglio - Con Federico e Marco mi fermo a disegnare in piazza S. Marciano, in un silenzio così denso da galleggiarci dentro, increspato solo da un piccione o dal frusciare di qualche topo.
La facciata della collegiata del XIV secolo è spaccata in due dal sommo alla base, rilegata dalle ubique cinghie gialle; ad essa è stato addossato un grande cumulo delle più varie cose: calcinacci, mobili, cartoni, damigiane, attrezzi da cucina, strutture metalliche, buste di plastica...
Da una parte ci sono anche alcune paia di pantofole, a ricordare le piccole comodità domestiche spazzate via dal terremoto e ora più difficili da godere e recuperare, il diritto sacrosanto a starsene nella propria casa, la sera, in pace e in pantofole.

Piccole comodità #2

sedia a sdraio
Carlo Castellani

Altri resti di piccole comodità domestiche emergono dal cumulo di oggetti in piazza S. Marciano.
I colori gai ma un po'sbiaditi di una sedia a sdraio coronano un mucchio di cassetti, componenti di mobili e una pentola a pressione ancora lustra e brillante.
Ci sono parecchi attrezzi da cucina, per esempio una macchina per la pasta nuova nuova; che vengano dal ristorante che si affacciava sulla piazza?
Mentre disegniamo arriva una famiglia, sono i proprietari del ristorante e cercano qualche loro mobile ancora utilizzabile.
Sembra quasi che il terremoto ci sia stato l'altro ieri e non più di un anno fa...


Ci si riappropria di un territorio percorrendolo a piedi.
Non lo si può fare in nessun altro modo.
La Terra si strappa alla propria indifferenza passo dopo passo, battendola palmo a palmo, immersi nel silenzio e avvolti nella polvere.
I taccuini entrano a L'Aquila silenziosamente per non restare muti.
Bastano pochi tratti per restituire l'atmosfera surreale che vi si respira e per svelare qualcosa…
Ad esempio, le "fasce di contenimento" che cingono edifici e monumenti (per impedire cosa? Il dissolvimento? L'evaporazione?)io non le avevo mai notate.
Ora le guardo - per la prima volta - raggelata.



PALMAR
La Chiesa delle Anime Sante prigioniera delle fasce di contenimento sotto stretta vigilanza di un'auto dei VV.FF.



Elisabetta Mitrovic

Le cinghie che contengono le colonne, le torri, le chiese sono tutte gialle ed evidenti... quando torni a casa ti rimane negli occhi questa immagine. Quando torni a casa... pensi a chi non l'ha più, pensi a chi l'ha, ma attorniata e sorretta da queste cinghie.


N.B. Torniamo a L'Aquila il 10 Ottobre 2010, quindi riprendete taccuini e caschetti e venite a testimoniare con noi.
Disegnamo quello che vediamo e basta, la gente, la vita, la città, quello che è successo e non doveva succedere quello che doveva succedere e non è successo...
VI ASPETTIAMO!

12.9.10

O-H-M-Y- G-O-D-!



Ieri, mentre mi accingevo ad aggiornare questo blog sempre più trascurato, ho trovato questo commento:
"Ciao; il tuo blog mi sembra INDISPENSABILE, e perciò gli ho dedicato un premio, che (sperando ti vada di ritirarlo..!) trovi qui: lanavesullonda.blogspot.com"
Bene, ringrazio Ondina di cuore, per avermi fatta sentire come Scarlett Johansson in una scena di He's Just Not That Into You!
Intendiamoci, non sto assimilando il dardo ad un contenitore per alimenti ;P (né, mi sto paragonando a Scarlett… :( )
Purtroppo non posso inserire la clip della sequenza a cui mi riferisco, ma se cliccate qua potrete comprendere quale sia stata la mia reazione.
Wow! Non mai vinto nulla e, all'improvviso, scoprire che qualcuno non solo leggeva il mio blog, ma lo considerava pure "indispensabile" (addirittura un'oasi!), m'ha fatta arrossire.
Grazie ancora, accetto il premio e pubblico il regolamento.

Info.

Il premio Dardos è un riconoscimento assegnato ai blog meritevoli per i loro contenuti culturali, etici o letterari.

Non avendolo mai sentito nominare ho cercato qualche informazione e scoperto che nessuno ne conosce l'origine. In pratica si tratta di una sorta di Catena di Sant'Antonio (o Bloggonio come scrive un blogger), un premio che i blogger si assegnano e che è utile a conoscersi e a fare rete. Bello!

Dunque, anch'io dopo 24 ore di autocompiacimento (;P), passo ad adempiere a qualche dovere.

Il regolamento.

E' semplice, chi viene nominato negli elenchi è invitato a:

1. accettare e comunicare il regolamento, visualizzando il logo del premio (fatto);


2. linkare il blog che lo ha premiato (lanavesullonda.blogspot.com

);


3. premiare altri 15 blog meritevoli (compreso quello che vi ha premiati, se si vuole), avvisandoli del premio.


Premio lanavesullonda che m'ha premiata.


Cavolo, 15 blog! Non ne seguo così tanti…

Vediamo un po'…


N.B. Conosco personalmente le persone che animano questi blog e le stimo (questa parola per me ha ancora un "peso").


germinazioni.blogspot.com/


leparoledidentro.splinder.com/


teresaciulli.blogspot.com/


antonellomastantuoni.blogspot.com/



Questi, invece, sono blog di perfetti sconosciuti.

Sono solo alcuni dei blog che sono per me fonte continua di stimoli.


inviaggiocoltaccuino.blogspot.com/


nonsisamai.com/


dilavorochefai.blogspot.com/


nicolaingiappone.blogspot.com/


ilmondodigaz.blogspot.com/ (da cui, un giorno, spero di essere invitata a cena ;P)


Frida, mi emoziona

fridainnamorata.blogspot.com/


Donne con la valigia non ha bisogno della mia segnalazione, ma lo premio ugualmente!

donneconlavaligia.wordpress.com/


22passi lo nomino, ma non me la sento di premiarlo: si tratterebbe di un conflitto d'interessi dato che Daniele collabora (anche se mooolto di rado) con Sviaggi.

22passi.blogspot.com/

6.7.10

Space Oddity #2

Il satellite dell’Ente spaziale europeo, Planck, ha cominciato a inviare le prime immagini dell’Universo.

Planck registra la radiazione cosmica, cioè quello che resta della luce prodotta dal Big Bang: questa radiazione “fossile” permea tutto lo spazio e, secondo gli scienziati, è “la traccia indelebile della giovinezza dell’Universo”.

Le osservazioni, svolte tra agosto 2009 e giugno 2010, sono le più nitide mai ottenute e dovrebbero permettere lo studio dell’Universo nelle sue fasi iniziali. Al centro dell’immagine è ben visibile la Via Lattea, che oscura gli altri dettagli.

Fonte: Internazionale.it

Wow! Un vero e proprio viaggio nel tempo…
Info:

N.B. Space Oddity era il titolo di un altro post di sviaggi…lo trovate qua

2.6.10

La Transnistria



La Transnistria o Transdniestria è uno stato indipendente dal 1990, non riconosciuto a livello internazionale. Ubicato tra Moldavia e Ucraina, ha per capitale la città di Tiraspol ed è governato da mafia locale e militari russi. Per saperne di più vale la pena di leggere la scheda su wikipedia e l'interessante approfondimento di Matteo Zola sul sito EaST Journal - Società, politica e cultura dell'est europa.

12.5.10

L'altrofratello ci piace!


Scrive Michele Dotti: - Molti si chiedono come facciano 6 milioni di italiani a guardare il “Grande Fratello”. Io vorrei proporre di ribaltare la domanda e chiedersi invece: “Come mai gli altri 51 milioni non lo guardano?” -

Se siete tra gli altri 51 milioni, Sambiiga è il "contro-reality" per voi: il racconto di un viaggio di turismo responsabile e solidale in Burkina Faso (uno dei paesi più poveri del mondo), un reality-show fondato sulla cooperazione invece che sulla competizione, portavoce di valori di fratellanza autentica, costellato delle quotidiane prove del vivere.

Il sito di Zoes - zona equosostenibile ci spiega che “sambiiga” è un’espressione della lingua moorè, parlata dai mossì del Burkina Faso. Letteralmente significa il figlio di mio padre”, cioè “fratello”, non tanto però come fratello di sangue, membro della stessa famiglia ristretta, quanto piuttosto come “Fratello” in senso più ampio, con riferimento alla fraternità umana universale.



N.B. Per maggiori informazioni visitate il sito www.altrofratello.it

1.5.10

80 secondi...un giro del mondo!

Bologna Art First 2010

photo by Memories'Book


pronti,


partenza...


....VIA!


3.4.10

continuo a viaggiare...



...anche grazie a frida (a cui continuo a saccheggiare i post ;P).
Buone feste.
by Cat

SABATO 3 APRILE 2010

alzo gli occhi ed è così.

...
e ti capita di desiderare solo terra dolce *
nessun livido se cado.
Daniela Tieni (fridainnamorata)

1.4.10

rapita...

...rapita da frida e da quel che i suoi occhi catturano (che spesso rispecchia i miei stati d'animo).
Ritrovarsi negli sguardi degli altri...anche questo è un viaggio.
by Cat

Lunedì 29 marzo 2010

( oggi ho incontrato un pianoforte e due cuori ).

"sono giorni di finestre adornate, canti di stagione"


Fonte: fridainnamorata.blogspot.com

6.3.10

del SENSO DELLO SPAZIO...


...Cristina Iglesias a Milano.
Il senso dello spazio è il titolo della prima personale italiana della scultrice
N.B. Potrete visitarla sino al 21 marzo 2010...AFFRETTATEVI!

La mostra, curata da Gloria Moure Cao, presenta una serie di 19 opere, alcune di grandi dimensioni, provenienti dalla sua collezione personale e da collezioni pubbliche e private quali il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e la Fundacion la Caixa di Barcellona, in grado di ripercorrere la produzione recente di Cristina Iglesias, dalla fine degli anni '80, cui appartengono lavori come soffitti pendenti, abitazioni e padiglioni sospesi, ai giorni nostri, con opere che saranno prodotte appositamente per questa occasione.

Lo scopo è quello di creare un enorme labirinto, capace di generare un’esperienza di magia vitale in cui s’incontrano l’acqua, la terra, la luce, l’architettura dei chiostri, i cunicoli dei giardini di bronzo fatti di vegetali solidificati e resi eterni, piante vive, ombre gettate da superfici di alabastro, trasparenze di vetri colorati e altro ancora.

L’esposizione guida lo spettatore in un viaggio nella scultura e negli spazi creati da Cristina Iglesias, e al tempo stesso, lo conduce verso una riflessione sulla plastica realizzata dagli artisti della generazione della decade 1980-1990.

Come afferma Angela Vettese, direttore della Fondazione Arnaldo Pomodoro, -i temi toccati dall’artista sono molteplici e sovrapposti. Tra questi il ruolo della natura nella nostra vita; la capacità della natura di essere ancora spunto di riflessione per gli artisti; l’uso di tecniche e materiali che mescolano l’antica tradizione del calco e della fusione con l’uso di materiali quali la resina, il cavo d’acciaio intrecciato, il cemento a vista, il vetro e l’alabastro. Centrale è l’idea di Arcadia come incontro mitico, mai raggiungibile del tutto, tra uomo e natura e quindi tra naturale e artificiale. I luoghi concepiti da Cristina Iglesias sono tutti all’interno di questi due poli: la natura vi è rievocata attraverso disegni di vecchie tappezzerie o, piu’ spesso, attraverso la ricostruzione di pattern vegetali, mescolanze di varie essenze, il cui calco diventa la matrice per un intero corridoio-

La Fondazione Arnaldo Pomodoro offre uno spazio inusuale per un artista che lavora con gli elementi architettonici, con una percezione deformata e con ombre proiettate sopra lo spettatore, il quale viene coinvolto nel linguaggio di un testo che non è fatto per essere letto ma per essere attraversato dal corpo e vissuto con emozione.

L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna, SEACEX.

Cristina Iglesias é nata a San Sebastian in Spagna nel 1956. Fa parte di una generazione di artisti che alla fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90 ha portato all’espansione dell’oggetto scultoreo nel nuovo reame dell’installazione. In contrasto con i suoi predecessori -modernisti, la Iglesias, il cui lavoro é principalmente figurativo, evoca spesso il corpo femminile facendolo entrare in rapporto oggetti di uso comune come mobili, stanze e edifici architettonici. A livello di materiali Iglesias combina l’utilizzo di cemento, ferro, vetro con elementi naturali come bambù, foglie e rami che spesso ricoprono esternamente i suoi lavori. Le prime esposizioni di Cristina Iglesias risalgono agli anni ottanta e, da allora molte sono le sue mostre personali: Museum Ludwig, Colonia (2006); Whitechapel Art Gallery, Londra (2003); Museu Serralves, Oporto (2002); Museo Guggenheim, Bilbao (1998); Palacio de Velázquez / Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (1998); Guggenheim Museum, New York (1997); One Room, Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (1993) and Kunsthalle, Berna (1991). Ha rappresentato la Spagna all 42ma e 46ma Biennale di Venezia (1986 e 1993).

Fondazione Arnaldo Pomodoro

Via Andrea Solari 35 - Milano
Orari: mercoledi’-domenica ore 11-19 (ultimo ingresso ore 17); giovedi’ ore 11-22 (ultimo ingresso ore 21)
Biglietti: 8/5 euro
Catalogo Fondazione Arnaldo Pomodoro/Ediciones Polígrafa S. A.


Fonti:

Fondazione Arnaldo Pomodoro

http://guide.supereva.it

PhotoS saccheggiate dalla rete

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