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21.6.09

Parigi in bianco e nero

Ciao, eccomi di ritorno, su Sviaggi nonché da una breve vacanza a Parigi. Sempre con poco tempo a disposizione, vi lascio un frammento e una foto dall'ultimo post del mio blog:

"Una 'prospettiva lunga' della Senna, il Pont des Arts in primo piano, i raggi del sole contro. L'ho scattata qualche ora prima del tramonto dalla punta ovest dell'Ile de la Cité, angolo che, lungi da moralismi, non corrisponde più al quadretto romantico e pittoresco dei miei ricordi di 20 e 15 anni fa: è diventato una sorta di 'festival della birra' dei ragazzi in visita a Parigi. Oggi la sbronza sembra non aver più nulla di trasgressivo, piuttosto un modo per sentirsi a-la-page, riempire il tempo... e un vuoto."

Il post integrale qui.

31.7.08

“Vive Sainte Sara!”



Latcho drom a tutti noi!

Curiosità
LATCHO DROM è un film/documentario di Toni Gatlif in cui ritrovare anche le celebrazioni in onore di Santa Sarah.
Latcho Drom è un film musicale che traccia le tappe di un viaggio storico: quello dei zingari dall’India fino all’Egitto. (...)
“Ho voluto fare un film -dice Tony Gatlif- di cui i Rom potessero essere fieri e non esibire la loro miseria. Ho voluto alzare un inno al popolo che amo anche perché i Rom, continuamente emarginati dagli altri, sentono il bisogno di essere rispettati, anche solamente un poco.” In lingua romanés Latcho Drom significa Buon viaggio. E’ quello che il regista augura agli zingari di tutto il mondo.

Toni Gatlif
Nato ad Algeri nel 1948. Dalle sue origini in parte algerine e in parte tzigane ha tratto ispirazione per molti dei suoi film. La Terre au Ventre (1978) riguarda la guerra in Algeria. Les Princes (1982) parla invece dell'altra sua "metà" del'anima, quella zingaresca. Occhio appassionato e attento agli emarginati: La rue du Départ (1985), Pleure pas My Love (1988), con Fanny Ardant, storia di una drammatica passione vissuta ai margini del mondo del cinema. Dopo Gaspard et Robinson nel 1990, Gatlif ha dedicato due anni a Latcho Drom, vincitore di molti premi, dedicato alla cultura Rom nel mondo letta attraverso la musica e la danza.

30.7.08

Latcho Drom


Solitamente odio fare progetti, ma in questo caso, non so voi, forse io so dove sarò fra circa un anno...

Francia - Saintes Maries de la Mer (06.6.2005)
Viva Santa Sara
di Paola Rivetti

Ogni anno il popolo nomade si ritrova per festeggiare la santa più amata dalla gente del viaggio.
Saintes Maries de la Mer, città meridionale della Francia, si colora di musica e danze gitane ogni maggio in onore della santa più amata dalla gente del viaggio, Santa Sara.
Nel piccolo comune così si materializza l’incubo dell’uomo metropolitano moderno, cittadino e possidente: ci sono solo “zingari”. 
Questa festa ha perciò il grande merito di mostrare il volto aperto del popolo del viaggio,normalmente invece chiuso ed obbediente a norme ferree: la netta separazione che vige tra gli appartenenti alle varie famiglie “nomadi” e i Gagè, gli stranieri, qui si dissolve, e tutti sembrano pensare solo a divertirsi e festeggiare. 

Rom, Sinti, Gitanos e Manouches arrivano da tutta Europa, armati di chitarre e violini per rendere omaggio a questa santa, che si narra arrivò con una piccola imbarcazione dalla Giudea nell’anno 40 d.C. Era la serva di Maria Salomè e Maria Giacobbe ed è chiamata Sara “la Kali”, ovvero la Nera, la cui santità non è però mai stata riconosciuta dalla Chiesa di Roma
Tuttavia, esistono molte altre leggende e tradizioni sulla sua origine. 
Una versione, accreditata dalla tradizione rom, narra che Sara fosse una gitana residente in Provenza, che salvò le due Marie da una tempesta. Si dice anche che fosse un’abbadessa egiziana che arrivò in Camargue dalla Libia. Quello che è sicuro, è che Santa Sara è un enigma storico difficile da risolvere. 

La processione.
Il 24 di maggio la statua di Santa Sara viene portata in mare da una processione composta da cantori, ballerini e gente a cavallo.
Sulla spiaggia la attendono moltissimi fedeli che intonano canti e danzano nell’attesa.
La statua della santa è preceduta da uomini a cavallo, dai musicisti, e da una piccola autovettura che diffonde tramite un altoparlante la storia di Santa Chiara e la storia delle persecuzioni contro il popolo Rom, dalla barbarie nazista all’emarginazione sociale che questi vivono nelle moderne metropoli. Appena arriva sulla spiaggia, una calca di persone la segue in acqua, cantando “Vive Sainte Sara!”, e cercando di toccarne le vesti per ricevere fortuna e grazia.
La santa viene poi portata nella cripta della chiesa cittadina, dove centinaia di candele sono accese e dove i bambini vengono presentati alla santa.
Questa è infatti anche l’occasione per battezzarli.
Una grande quantità di persone tiene nelle mani una candela, a testimoniare la loro fervente devozione. 

La festa.
La cosa che colpisce maggiormente è la festa che segue la celebrazione religiosa. Prosegue fino a tardissima notte e coinvolge tutti con canti e balli.
Numerosissimi sono i Gitanos spagnoli e i Manouches francesi. Arrivano in molti però anche dal nord e dall’est Europa.
Per le strade di Saintes Maries la festa imperversa.
Il giorno seguente, il 25 maggio, si celebrano le due Marie, Maria Giacobbe e Maria Salomè, che secondo la tradizione erano le padrone della schiava nera Sara.
Quest’ultima celebrazione è seguita anche dai cittadini francesi della municipalità, che insieme ai Rom accompagnano in processione le due Sante.
Quello che più piacevole resta nella memoria di quei giorni è il clima di reciproca tolleranza ed integrazione, realizzata attraverso la musica e il rispetto delle differenze.

Su Santa Sarah...
Sarah-la-Kali (Sara la nera) ricorda senza dubbio la divinità indiana Kali (Bhadrakali, Uma, Durga, e Syama) (Fonseca, 1995, 106-107). Questo nome concorda con l’ipotesi dell’origine indiana della comunità Rom che giunsero in Francia verso il IX secolo. La Santa rappresenta una manifestazione sincretistica e cristianizzata della dea Kali. Durga, altro nome di Kali, dea della creazione, della malattia e della morte, rappresentata con il volto nero, durante un rito annuale in India viene immersa nella acque e poi fatta emergere. 
Sara la nera ricorda altresì il culto alla Vergine Nera, con cui è evidentemente confusa. 

Info. su luoghi, miti&tradizioni:
www.inviaggionelmondo.it/SAINTES_MARIES.htm
www.saintesmaries.com/

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