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3.6.10

Come pensano che li pensiamo la dice lunga su come pensano che siamo


(cliccate sull'immagine per ingrandirla)

Mi sono imbattuto, sul blog di Federico Rampini in repubblica.it, in questa improbabile cartina de L'Europa vista dagli Italiani. Da ridere o da piangere, a seconda dei punti di vista.

P.S. Di solito non lo faccio, ma eccezionalmente questo post esce quasi in duplice copia, anche sul mio blog. Chiedo venia.

6.3.10

del SENSO DELLO SPAZIO...


...Cristina Iglesias a Milano.
Il senso dello spazio è il titolo della prima personale italiana della scultrice
N.B. Potrete visitarla sino al 21 marzo 2010...AFFRETTATEVI!

La mostra, curata da Gloria Moure Cao, presenta una serie di 19 opere, alcune di grandi dimensioni, provenienti dalla sua collezione personale e da collezioni pubbliche e private quali il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e la Fundacion la Caixa di Barcellona, in grado di ripercorrere la produzione recente di Cristina Iglesias, dalla fine degli anni '80, cui appartengono lavori come soffitti pendenti, abitazioni e padiglioni sospesi, ai giorni nostri, con opere che saranno prodotte appositamente per questa occasione.

Lo scopo è quello di creare un enorme labirinto, capace di generare un’esperienza di magia vitale in cui s’incontrano l’acqua, la terra, la luce, l’architettura dei chiostri, i cunicoli dei giardini di bronzo fatti di vegetali solidificati e resi eterni, piante vive, ombre gettate da superfici di alabastro, trasparenze di vetri colorati e altro ancora.

L’esposizione guida lo spettatore in un viaggio nella scultura e negli spazi creati da Cristina Iglesias, e al tempo stesso, lo conduce verso una riflessione sulla plastica realizzata dagli artisti della generazione della decade 1980-1990.

Come afferma Angela Vettese, direttore della Fondazione Arnaldo Pomodoro, -i temi toccati dall’artista sono molteplici e sovrapposti. Tra questi il ruolo della natura nella nostra vita; la capacità della natura di essere ancora spunto di riflessione per gli artisti; l’uso di tecniche e materiali che mescolano l’antica tradizione del calco e della fusione con l’uso di materiali quali la resina, il cavo d’acciaio intrecciato, il cemento a vista, il vetro e l’alabastro. Centrale è l’idea di Arcadia come incontro mitico, mai raggiungibile del tutto, tra uomo e natura e quindi tra naturale e artificiale. I luoghi concepiti da Cristina Iglesias sono tutti all’interno di questi due poli: la natura vi è rievocata attraverso disegni di vecchie tappezzerie o, piu’ spesso, attraverso la ricostruzione di pattern vegetali, mescolanze di varie essenze, il cui calco diventa la matrice per un intero corridoio-

La Fondazione Arnaldo Pomodoro offre uno spazio inusuale per un artista che lavora con gli elementi architettonici, con una percezione deformata e con ombre proiettate sopra lo spettatore, il quale viene coinvolto nel linguaggio di un testo che non è fatto per essere letto ma per essere attraversato dal corpo e vissuto con emozione.

L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna, SEACEX.

Cristina Iglesias é nata a San Sebastian in Spagna nel 1956. Fa parte di una generazione di artisti che alla fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90 ha portato all’espansione dell’oggetto scultoreo nel nuovo reame dell’installazione. In contrasto con i suoi predecessori -modernisti, la Iglesias, il cui lavoro é principalmente figurativo, evoca spesso il corpo femminile facendolo entrare in rapporto oggetti di uso comune come mobili, stanze e edifici architettonici. A livello di materiali Iglesias combina l’utilizzo di cemento, ferro, vetro con elementi naturali come bambù, foglie e rami che spesso ricoprono esternamente i suoi lavori. Le prime esposizioni di Cristina Iglesias risalgono agli anni ottanta e, da allora molte sono le sue mostre personali: Museum Ludwig, Colonia (2006); Whitechapel Art Gallery, Londra (2003); Museu Serralves, Oporto (2002); Museo Guggenheim, Bilbao (1998); Palacio de Velázquez / Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (1998); Guggenheim Museum, New York (1997); One Room, Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (1993) and Kunsthalle, Berna (1991). Ha rappresentato la Spagna all 42ma e 46ma Biennale di Venezia (1986 e 1993).

Fondazione Arnaldo Pomodoro

Via Andrea Solari 35 - Milano
Orari: mercoledi’-domenica ore 11-19 (ultimo ingresso ore 17); giovedi’ ore 11-22 (ultimo ingresso ore 21)
Biglietti: 8/5 euro
Catalogo Fondazione Arnaldo Pomodoro/Ediciones Polígrafa S. A.


Fonti:

Fondazione Arnaldo Pomodoro

http://guide.supereva.it

PhotoS saccheggiate dalla rete

22.2.10

Milano, Via Padova: life on mars


Mentre stavo curiosando sul sito di una web tv che avevo deciso di segnalare ho scoperto l'Orchestra di Via Padova...meraviglie della rete!
Ma procediamo con ordine...la web tv si chiama CrossingTV ed è la prima webtv italiana fatta da giovani per giovani, realizzata da una redazione interculturale.

CrossingTV intende raccontare i molteplici e variegati universi giovanili che non vengono mai rappresentati dai media mainstream, cercando di scardinare i pregiudizi e contrastare gli stereotipi che i giovani quotidianamente subiscono.
Attraverso la creatività e la contaminazione artistica e culturale, CrossingTV propone modelli positivi di rappresentazione sociale dei giovani.
Per approfondimenti scarica il pdf.

La tv mi è piaciuta perché è fresca, originale e, soprattutto, perché ci rimanda finalmente l'immagine, non di un' Italia a venire, ma di un paese che c'è già, che esiste. Un paese interetnico. Che leghisti&Co. si rassegnino!


Orchestra di Via Padova

Fonte:crossingtv.it

Pubblicato da Silvia Storelli

lunedì, 11 gennaio 2010

L’Orchestra di Via Padova di Milano, nasce nel 2006 sull’esempio della leggendaria Orchestra di Piazza Vittorio di Roma, ovvero nasce da un luogo complesso e difficile: la zona di via Padova.

Si tratta di un luogo con una massiccia presenza di cittadini immigrati, un luogo quindi ricco di storie, di conflitti sociali, ma anche di convivenze solidali, ricco di gente di passaggio e soprattutto ricco di musicisti professionisti provenienti da tutto il mondo.

L’Orchestra è principalmente un progetto artistico e culturale, con una forte connotazione di carattere sociale, che è nato dal basso e in maniera spontanea dalla volontà di un abitante di via Padova: il musicista Massimo Latronico (che, non a caso, è anche un educatore).

Max ha saputo mettere insieme un gruppo eterogeneo di 15 musicisti, valorizzandone le differenti sensibilità artistiche, le professionalità e la voglia di comunicare.Dal mio punto di vista, un progetto del genere ha molto più valore e più sostanza dei troppi progetti, cosiddetti “interculturali”, calati dall’alto, che mirano a mettere insieme “le culture altre” senza, in realtà, favorire dinamiche di scambio e di relazione fra le persone.

Nella presentazione del loro sito si legge “Via Padova è quel luogo dove tutto succede e tutto si dimentica in fretta… per sopravvivenza. Tutti passano con la loro storia, i loro ritmi, i loro colori; ma senza fermarsi. L’Orchestra è nata con la voglia di lasciare un segno in questo luogo, un segno diverso che vuole essere una sorta di diritto di cittadinanza a chi, per esprimersi, è costretto a vagare in continuazione. È composta da musicisti professionisti italiani e stranieri che, per i motivi più diversi, hanno attraversato la zona compresa tra via Padova e viale Monza. Alcuni sono riusciti a fare il proprio lavoro in Italia, altri sono costretti a fare mestieri diversi per potersi mantenere. Ma nessuno ha perso il proprio bagaglio culturale e professionale.”


Tunjà, il video

Il video è una sorta di presentazione di tutti i musicisti del gruppo, con un finale a sorpresa che fa ben capire come la pensano quelli dell’Orchestra in merito alle politiche sulla sicurezza!

Regia di Claudia Cipriani, musica di Abdullay Taorè/Massimo Latronico, cantanta da Abdullay Traorè e eseguita dall’Orchestra di Via Padova.



E sui fatti di Via Padova questo gruppo ha le idee chiare…

Via Padova vista da noi
Febbraio 2010
In questi giorni vengono dette tante cose su Via Padova, sull'integrazione e sull'intolleranza.
Vista dal di fuori la nostra esperienza di condivisione sociale e culturale viene vista come qualcosa di eccezionale, di unico. Non è così.
Noi siamo lo specchio di quello che non si vede nei telegiornali, delle persone normali, che vivono e convivono.
Delle mamme che portano i propri figli a scuola e poi si prendono un caffè al bar insieme, senza accorgersi neanche che magari una mamma è italiana, l'altra marocchina e l'altra peruviana, e il barista è cinese.
Nessuno se ne accorge perché è la cosa più normale di questo mondo, e le cose normali non fanno notizia.
Quello che è successo è tremendo: per futili motivi è scoppiata una rissa e un ragazzo ha accoltellato un altro ragazzo.
Nessuno parla di questo perché è molto più d'effetto mettere il dito su uno scontro interetnico che in realtà non esiste fra le persone che quotidianamente lavorano e vivono in pace.
Dopo questo fatto, pochi facinorosi, indisturbati, hanno incominciato a devastare. Per ore hanno agito liberamente e impunemente lasciando credere che Via Padova sia quella cosa lì.
Loro erano qualche decina, Via Padova è 4 chilometri e mezzo di case piene di persone.
Noi, insieme agli Amici del Parco Trotter chiediamo che il Comune non ci mandi solo l'esercito, ma soldi e risorse per risanare le scuole, assistere gli anziani, i giovani, i bambini, creare spazi di incontro e socialità, migliorare la vita del quartiere e renderla più sicura dal punto di vista, prima di tutto, sociale.

9.8.09

Prime impressioni sul campo di Paganica


Venerdì, 7 agosto
Sono venuto, come volontario della Protezione Civile, a lavorare nel Campo Umbria di Paganica (AQ) per aiutare concretamente la popolazione terremotata di L'Aquila, la città dove sono nato, e anche per vedere coi miei occhi come stanno le cose, dopo avere letto al riguardo tutto e il contrario di tutto. Sette giorni è un piccolo periodo, ne so quindi ancora poco, però decisamente più di prima.
Ho fatto un po' di domande, ho soprattutto ascoltato e osservato: i racconti dei cittadini senza casa che avevano voglia di parlare, quelli del capocampo e degli altri volontari che erano già stati qui e potevano confrontare le loro diverse esperienze; ho partecipato anche all'incontro che il Sindaco Cialente ha fatto con gli abitanti di Paganica presso il campo di rugby qualche giorno fa. Ho captato sia tensioni che speranze, sia malumore che gratitudine, sia dignità che malignità, sia disponibilità che remissività ecc. Mi ha colpito ad esempio scoprire che chi sta in tenda chiami chi ha preferito trovare rifugio negli alberghi costieri "quelli che stanno al mare", con una certa sfumatura di spregio. Ho fatto un bagno d'umanità, dunque di contraddizioni.
E tutto sommato ho ricavato conferme alle idee che mi ero fatto. Purtroppo il terremoto abruzzese è diventato anche un terreno di coltura per contrapposizioni politiche, campanilismi e divisioni sociali. Forse sbaglio, ma la mia (prima) impressione e che di fatto sia stata messa in messo in moto una macchina (misure d'emergenza della Protezione Civile e strategie più vaste del governo), efficiente quanto si voglia, in grado però di strappare tra i suoi ingranaggi ulteriormente il tessuto sociale locale già abbondantemente sfilacciato dalle conseguenze del sisma (perdita della casa e/o del lavoro in primis): tra i terremotati è diffusa la sensazione che tra loro ci siano quelli di serie A, quelli di serie B ecc. ben più di quanto sarebbe naturale aspettarsi.
I media e le persone di parte partecipano a questo gioco al massacro: chi vuole lustrare il governo mette in luce solo i lati positivi della gestione dell'emergenza abruzzese, chi vuole coglierlo in castagna enfatizza solo le ombre e le disfunzioni del dopo-sisma.
Potrei sintetizzare la mia posizione così: si poteva fare di meglio? certo. Ma si poteva fare anche di peggio? senz'altro. Lasciamo dunque cadere le partigianerie e auguriamoci che si lavori veramente col cuore e tutti insieme, l'Italia per l'Abruzzo e gli abruzzesi per loro stessi.
Domani a quest'ora sarò in partenza per Perugia. A presto.

P.S. Nella foto il "quartiere" Piazza del Capo Accoglienza Umbria di Paganica, scattata al tramonto dalla mensa.
by Daniele Passerini (Caterpillar 3)

Fonte:
22passi.blogspot.com

18.5.09

scampoli di coccodrillo (in memoria di arzach) ...


Picasa mi stupisce ogni giorno di più: proprio come in una vecchia e polverosa soffitta, si finisce col ritrovarci proprio tutto (è il web bellezza!)...
Ultime tracce in memoria di arzach...
by Cat


xmas 2008


foto segnaletiche di Babbo Natale by thesmokinggun.com

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO A TUTTI by arzach


agosto 2008

photo by arzach 
da I posti davanti al mare (acabhnews)

Quello che resta del mondo della pesca. Poche barche e ...
Qualcuno dice "E' il progresso, bellezza!!!"
A me un pò dispiace...

9.5.09

Vanitas vanitatum et omnia vanitas ovvero Bertozzi&Casoni...

...titolavo così un post su una mostra splendida visitata a Faenza (la mia scatola delle meraviglie).
Lì ho scoperto l'opera di Bertozzi&Casoni di cui ora sono una "fan" (o si dovrebbe dire "estimatrice" ;)?).
Vagabondando in rete ho pescato questo video su di loro.
by Cat

(De)Structura
di Donatella Corrodo
Video d'arte che descrive la creazione dell'opera degli artisti Bertozzi & Casoni, ospitato nell'ambito della 52ma Biennale d'arte di Venezia, all'interno di Cà Pesaro.


5.5.09

Dire fare barattare


Vivere semplice è uno dei miei blog preferiti ... lo visito quando sento di essere un'aliena e il bisogno di tornarmene a casa si fa più pressante...
Ieri ho scoperto questa meraviglia (buona lettura by Cat):

B&B: Bed & baratto
"Andando a scovare come cani randagi tra le pieghe impreviste dei mass media ufficiali a volte si trovano informazioni davvero interessanti. Questa volta si tratta di AAM Terranuova, una rivista di controinformazioni sui temi come le medicine non convenzionali, alimentazione naturale, energie rinnovabili, ricerca interiore, agricoltura biologica, ambiente ed ecologia…
E ho trovato un articolo su  VillaVillaColle, una torre del 1600  adibita a bed and breakfast nel centro storico del borgo medievale di Bosa nel lato occidentale della Sardegna.


I proprietari, una famiglia di scultori ceramisti con un bambino piccolo, propongono le vacanze da barattare.
Cosa vuol dire? Facile: produci marmellate biologiche? Portacele una decina di barattoli avrai diritto ad un fine settimana qui da noi. Sei appassionato di cartoni animati  e hai la casa piena di cd che hai gia visto? Portaceli, te li valuteremo 7 euro l’uno e potrai organizzarti una settimanella di vacanze al mare.
Sei un idraulico talentuoso? O un genio del computer? Abbiamo bisogno di aiuto in molti settori, scambia con noi le tue competenze o le cose che non ti servono piu (a condizioni che siano in buone condizioni e di buona qualità) e potrai passare una settimana di vacanza o un week-end di relax qui da noi.  I soldi non servono più nel nostro mondo…

Io ovviamente mi sono scatenata. Ho mandato un’email al caro Alfredo proponendogli una lista  di 75 cose da scambiare con loro tra cui: un mini asilo in spiaggia, un sito internet, una consulenza informatica per ripulire il suo computer da virus e altre schifezze (questo lo farebbe andrea che è una specie di mago del settore) un servizio di piatti pregiati della nonna (ne ho circa 4 di servizi perchè le nonne e le zie sono tante in famiglia) una serie di coperte di lana 100% sempre della nonna ecc…
E se ci penso mi vengono in mente ancora altre mille cose che posso scambiare ma sul loro sito ci sono tante buone idee.
Insomma, Afredo ha accolto le mie proposte con entusiasmo e mi sa che prima o poi ci andiamo veramente in Sardegna.
La vita è piena di cose bellissime da fare e di persone affini da conoscere e di grandi progetti da mettere in piedi per migliorare questo nostro mondo,  non c’e’ il tempo da perdere.

E tu che progetto cucini oggi?"

Info su Bosa:
www.stradadellamalvasiadibosa.it
avillavillacolle.blogspot.com

Come arrivare?
Facilmente raggiungibile
per via aerea e via mare
Negli aeroporti di:
Alghero,
Cagliari,
Olbia,
Tortoli 


In traghetto verso i porti di: Olbia,
Porto Torres,
Cagliari 


Le distanze in auto:
da
Porto Torres (km 120): SS131, al km 148 bivio Macomer- Bosa

da Olbia (km 160): ss 199 bivio Mores, ss 131 km 148 bivio Macomer- Bosa

da Cagliari (Km 150): ss 131 km 148 bivio Macomer- Bosa 
da Alghero (Km 45): km 45 sp42
da Oristano (km 60) ss 292 (Cuglieri -Tresnuraghes- Bosa Marina)
Fonte: bosavacanze.com

14.4.09

Arrivederci Roma...Africa arrivo... (parte 1a)

Come avrete notato i collaboratori di Sviaggi sono dei pigroni ;)! 
Per questa ragione ho deciso di piluccare qualcosa dai loro blog (arricchendo il tutto con delle note di sviaggio naturalmente!).
Questo post è opera di Ilarialice
Buona lettura! 
by Cat

martedì, 29 luglio 2008
Ho conosciuto l'ennesima persona che dice che vorrebbe venire a Roma, che Roma è fantastica, "ma dai abiti a Roma...", "sarei venuto volentieri ad abitare a Roma...


Ma come si fa? Probabilmente se mi legge qualche romano inizierà ad odiarmi pensando che sono un'infiltrata leghista... Al di là dei luoghi comuni, del traffico, Roma è una città immensa nella quale devi imparare a vivere e anche a muoverti (io ancora mi perdo a volte).
Roma è una città in cui sei uno che cammina tra la folla in cui sei spettatore della vita degli altri, li osservi ma resti distante.
Poi "roma caput mundi" che palle!!
I romani assomigliano ai gatti, si affezionano tantissimo al luogo dove 
vivono e non lo cambierebbero mai, non se ne andrebbero mai...


...ecco Roma ti dà un senso di eterno, di drasticamente eterno che mi resta pesante (come il barocco) o forse mi spaventa... io che non riesco a metter radici fisiche, sentimentali da nessuna parte.
Certo i colori e il chiasso di Roma probabilmente un po' mi piace perché stordisce come mi è piaciuta Napoli per questo motivo...anche se i napoletani a breve termine sono più simpatici. Roma è un covo di coatti e soprattutto il quartiere dove vivo: Ostia, mi è sempre stata stretta da quando avevo 17 anni, sì il mare, la pineta....chi abita a ostia vuole continuare a vivere ad ostia....vicino a Roma ma vivibile dicono...che palle2!!!
Tanto dico dico e poi...
Arrivederci Roma vado in Africa per un po', in Zambia sai dicono che non sia un posto turistico, probabilmente ci sarò io, la gente con cui parto che non conosco e che non viene da Roma...
Ogni volta che parto non trovo mai romani, chissà perchè, che fai li risucchi d'estate...
Magari in queste  settimane, finalmente in un posto non turistico, bho chissà...non mi aspetto mai molto prima di partire per i posti così quando arrivo è tutta una sorpresa, neanche sono eccitata come dicono tutti prima di un viaggio, forse è un modo per non restare fregati... Sono solo nervosa perchè non so se ho portato le cose che mi servono...stavolta ho deciso di ridurre all'osso!!!
L'anno scorso sono tornata dal Perù con una grossa carica e l'adrenalina nel cervello.



photos by Ilarialice

...certo stare da sola 4 giorni bloccata negli aeroporti di Lima e Caracas...

photo by Ilarialice

... (e nei peggiori bar davvero) mi ha aiutato ha scoprire una parte veramente nuova di me... ho imparato ad arrabbiarmi!!! Arrabbiarmi anche in spagnolo visto che l'inglese non lo parlava nessuno.
Quest'anno vedremo cosa impararerò che persone conoscerò...
continua...

Note di Sviaggio su Roma (by Cat)
Nel suo post Ilaria paragona i romani ai gatti...ah, i gatti! 
Ho imparato ad amarli vivendo a Roma.
Presa da curiosità ho girovagato un po' in rete ed ho scoperto l'Associazione culturale colonia felina Torre Argentina.
A Roma esistono molte colonie di gatti randagi una delle più famose "risiede" in Largo di Torre Argentina e l'associazione se ne prende cura.


Largo di Torre Argentina è una piazza di Roma situata nell'antica zona di Campo Marzio che ospita quattro templi romani risalenti all'età della Repubblica.


Il nome della piazza si riferisce alla Torre Argentina, così chiamata da Johannes Burckardt (1445 circa - 1506, nome italianizzato Burcardo), che dal 1483 fu maestro di cerimonie di ben cinque papi (Sisto IV, Innocenzo VIII, Alessandro VI Borgia, Pio III e Giulio II).
L'alto prelato, che era nato a Strasburgo (Argentoratum in latino) e perciò amava firmarsi Argentinus, aveva acquistato un terreni nella zona, sui resti del Teatro di Pompeo, e, demolite le preesistenze medioevali, vi aveva fatto costruire il proprio palazzo, detto appunto Casa del Burcardo, in via del Sudario 44.


Il complesso archeologico noto come "area sacra" al centro della piazza venne scoperto nel 1926 e scavato fino al 1928, con più riprese fino almeno agli anni '70.




Le demolizioni del vecchio quartiere compreso tra le vie del Teatro Argentina, via Florida, via S. Nicola de' Cesarini e il corso Vittorio Emanuele compiute nel giro di pochi anni, tra il 1926 e il 1929, riportarono inaspettatamente alla luce uno dei più importanti complessi archeologici della città: una vasta piazza lastricata in cui sono inclusi quattro templi, comunemente indicati con le prime quattro lette dell'alfabeto, identificata con la Porticus Minucia Vetus fondata da Marco Minucio Rufo in seguito al trionfo sugli Scordisci nel 107 a.C.

Curiosità
Correva l’anno 44 A.C.
Fu proprio qui che Giulio Cesare, il più illustre dei condottieri Romani, fu colpito a morte da Bruto e dagli altri congiurati. 

...e i gatti???


La storia della permanenza dei gatti in questo luogo inizia nel '29, anno in cui furono riportati alla luce i ruderi dell’Area Sacra di Torre Argentina: mici randagi o abbandonati vi si stabiliscono, attratti dalla protezione offerta loro dai siti archeologi, situati spesso al di sotto del livello stradale.
Fra gli abitanti si diffonde però anche l’abitudine di abbandonare a Torre Argentina i gatti indesiderati. . .
Da quello stesso anno ha inizio una processione di gattare e gattari, come vengono chiamate con una certa condiscendenza dai romani le persone che si prendono cura dei gatti.
La più famosa fra queste gattare  fu la grande attrice Anna Magnani che abitando non lontano da Torre Argentina molto spesso portava personalmente il cibo alle bestiole della colonia. 

L'Ass. culturale colonia felina Torre Argentina porta avanti quest'opera quotidiana di cura.
Per saperne di più (fra le numerosissime iniziative anche l'adozione a distanza di un micio romano): www.gattidiroma.com

n.b.
Questi i siti da cui ho tratto le info. della nota (visitateli per saperne di più!):

www.largoargentina.com

21.3.09

SviaggiDoc made U.S.A.

I am the best political leader in Europe and the world
Silvio Berlusconi, former Prime Minister of Italy, during a press conference.

The world needs a tape like this

Campagna pubblicitaria della Tesa 

...quando viaggio mi sorprendo sempre ad ascoltare le voci, le chiacchiere delle persone, ma ciò che amo fare soprAognicosa è ascoltare quel che hanno da dire sul luogo in cui vivo: un viaggio al di fuori di sé può servire a vederci chiaro.
Questo documentario fa quest'effetto...
Si tratta di un documentario scottante realizzato e trasmesso dalla Wnet Thirteen New York, la maggiore emittente della tv pubblica statuninenze Pbs e...censurato in Italia.
Vi consiglio, per continuare il viaggio, di leggere anche i commenti sul sito della Pbs (pochi, ma esplicativi)...
Ma se volete acquistarlo potete farlo sul sito del mio Internazionale delle meraviglie : ) 
www.internazionale.it (solo 7euri accattatavillo!)
by Cat

The Prime Minister and the Press
Fonte:www.pbs.org
Media watchdog Reporters Without Borders recently ranked Italy at the bottom of the list for countries in the European Union on its press freedom index. Prime Minister Silvio Berlusconi is not only Italy’s richest man, but also the unrivaled owner of a vast media empire. This combination of political power and personal ownership of a large sector of the private media in Italy has provoked questions about the independence of the Italian media. By following the travails of some of the country’s leading critical voices — including Marco Travaglio, one of Italy’s most famous investigative journalists — The Prime Minister and the Press examines Berlusconi’s rise to prominence, and explores what happens to public debate when extreme wealth and political power converge with media dominance. This story is especially timely, coinciding with Italy’s assumption of the Presidency of the European Union in July, 2003.













3.3.09

Come viene visto Berlusconi nel resto del mondo...

...e come vedono anche noi...



Fonte: youtube.com

23.12.08

Vanitas vanitatum et omnia vanitas ovvero Bertozzi&Casoni -NUlla è COME APPARE. FORSE-

Intervallo "oggi"
2008
ceramica policroma

dal 5 al 7 novembre sono stata nuovamente a Faenza (rivelatasi una nuova scatola delle meraviglie) e ho visitato una mostra che consiglio (AFFRETTATEVI CHé RIMMARRà APERTA SOLO SINO ALL'11 GENNAIO 2009!!!).

Info.
Fondazione Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza 
Viale Baccarini, 19 - 48018 Faenza (Ravenna) 
tel. centralino 0546.697311
tel bookshop 0546.697308 - fax 0546.27141
info@micfaenza.org
www.micfaenza.org


La mostra mi è piaciuta, ma detesto esprimere giudizi e/o impressioni articolate su mostre, film, libri, musica, ecc...
(vabbè scrivo soltanto che l'avrei intitolata Jeff Koons ci fa un baffo!)
Riporterò solo qualche stralcio tratto dal comunicato stampa ufficiale.

BERTOZZI&CASONI CHI???

"Bertozzi & Casoni è una società in nome collettivo fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961).
Appena terminati gli studi all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza, Bertozzi e Casoni partecipano alle manifestazioni che tentano di mettere a fuoco i protagonisti e le ragioni di una "nuova ceramica". Abilità esecutiva e distaccata ironia caratterizzano già le loro prime creazioni in sottile maiolica policroma. Importante è la collaborazione con la Cooperativa Ceramica di Imola dove collaborano come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica.
Negli anni Ottanta e Novanta il virtuosismo esecutivo raggiunge nuovi apici tra opere scultoree, intersezioni con il design e realizzazioni per affermati artisti italiani ed europei.
Negli anni Novanta emerge nel loro lavoro un aspetto maggiormente concettuale e radicale: la ceramica assume dimensioni sempre maggiori fino a sconfinare nell'iperbole linguistica e realizzativa. La critica e le più importanti gallerie d'arte nazionali e internazionali si interessano al loro lavoro. Le loro sculture, simboliche, irridenti e pervase da sensi di attrazione nei confronti di quanto è caduco, transitorio, peribile e in disfacimento sono diventate icone, internazionalmente riconosciute, di una, non solo contemporanea, condizione umana.
Tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, Bertozzi & Casoni indagano i rifiuti della società contemporanea non escludendo quelli culturali: sia quelli del passato che quelli delle tendenze artistiche a noi più vicine.
Negli anni Duemila, Bertozzi & Casoni abbandonano l'uso della maiolica per privilegiare, in una sorta di rinnovata "epopea del trash", l'utilizzo di materiali ceramici di derivazione industriale che accrescono il potere ipnotico dei loro lavori divenuti tecnicamente perfetti, ben oltre i risultati, già eccezionali, precedentemente acquisiti". 


Dato il periodo natalizio inizio con quest'opera ;):











photo(s) by Caterpillar

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