Dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c'è sempre un viaggio da ricominciare. Bella ragazza, begli occhi e bel cuore, bello sguardo da incrociare, sarebbe bello una sera doverti riaccompagnare.
Accompagnarti per certi angoli del presente, che fortunatamente diventeranno curve nella memoria. Quando domani ci accorgeremo che non ritorna mai più niente, ma finalmente accetteremo il fatto come una vittoria.
Quanti modi di viaggiare esisteranno? Si viaggia per ritrovarsi. Si viaggia per appagare la propria curiosità con l'espressione di un bambino che se ne sta col naso appiccicato al finestrino. Si visitano città, monumenti e chiese. Ci si imbatte in paesaggi mai visti prima. E s'inciampa inevitabilmente nelle persone prima o poi. Ecco in questo momento della mia vita le persone, gli sguardi da incrociare, i mondi che si portano dietro, sono le uniche cose che vorrei esplorare: le mie mete di viaggio. Ieri m'hanno chiesto che cosa mi sarebbe piaciuto visitare della Scozia e se avessi dei piani in merito...avrei voluto rispondere LE PERSONE e LE LORO STORIE, ma ACCIDENTI mi sembrava ridicolo ed ho taciuto.
Perciò pedala, pedala che il tempo potrebbe passare, e questa pioggia paradossalmente potrebbe non finire mai. E noi con questo ombrelluccio bucato che ci potremmo inventare?Ma partiamo, partiamo, non vedi che siamo partiti già?
Semplice, sono considerati i "terroni" di Gran Bretagna.
In pratica è come se fossi tornata a casa (senza il sole però).
In questa nazione tutto è rovesciato, sul lato "sbagliato" (come cantava Caparezza - a ragione :) - inglesi, guideranno sempre dal lato sbagliato, per questo chi va a Londra so che torna un po' cambiato)anche i pregiudizi e gli stereotipi.
Così può capitare d'imbattersi in un articolo intitolato:
e ritrovarsi a leggere cose disorientanti come queste:
Southerners believe the north is "bleak and unsophisticated". They imagine the north is awash with chip shops and made up mainly of mining villages.
Per farsi un'idea di come siano visti gli scozzesi poi, vi rimando ad una puntata di una serie divertentissima intitolata Blackadder (min 11.35 per esser precisi).
"Osservare un viso è come guardare dentro un pozzo, sul fondo si compone un riflesso,
ed è l'anima che si lascia intravvedere."
(Steve McCurry)
Dedico queste immagini a chi non ha avuto occasione di visitare Sud-Est 1980-2009, bellissima mostra di 240 scatti di Steve McCurry, che è stata esposta a Milano, al Palazzo della Ragione, dall'11 novembre 2009 al 21 marzo 2o1o e a Perugia, alla Galleria Nazionale dell'Umbria, dal 10 aprile al 5 settembre 2010.A Perugia l'allestimento progettato da Peter Bottazzi è stato messo in opera - sono tornato ben tre volte a visitare la mostra! - ancora meglio che a Milano, almeno a giudicare dalle inquadrature che ho trovato nel web. Bottazzi è stato encomiabile nel riuscire ad aggiungere alle opere di McCurry, di per sé già suggestive e coinvolgenti, una terza dimensione spaziale e psicologica, tale da accompagnare il visitatore a viaggiare attraverso l'anima del Mondo e la propria. Su 6 strutture di travi, ramificate a mo' di metaforici alberi, sono state sospese nella sala principale la maggior parte delle foto, suddivise in altrettanti percorsi: L'altro, Il silenzio e il viaggio, Guerra, Gioia, Infanzia, La bellezza.In una sala più piccola era infine ospitato un ulteriore capitolo di Short Stories, sulle piogge monsoniche in Asia e sui malati terminali di HIV in Vietnam.Complimenti a Tanja Solci, curatrice della mostra, per avere ideato e composto questi percorsi, pieni di fecondissimi contrasti, di stupori e sorrisi quanto di orrori e lacrime.Una nota tecnica. Molte foto denotavano evidenti ritocchi in fase di post-produzione: colori particolarmente saturi e a volte quasi surreali, livelli di contrasto e luminosità ben al di là delle possibilità intrinseche di un obiettivo fotografico. Qualche "purista" ha storto il naso su ciò, a me invece non ha disturbato: una foto non è mai una riproduzione oggettiva della realtà, né è sempre un'interpretazione operata dall'autore, che mentre scatta fa egli stesso parte della scena, anche se non dell'inquadratura, ne percepisce sensazioni e respira emozioni. Se tutto questo può essere meglio trasmesso allo spettatore elaborando la foto, ben venga.N.B. Ho scaricato da internet i primi 3 ritratti, tra cui quello celeberrimo della ragazza afgana che nel 1985 fece conoscere McCurry ovunque. Le altre 5 foto le ho fatte alla mostra semplicemente con l'iPhone: onore al "melafonino" che pur col suo paio di megapixel ha consentito questi scatti niente male. E merito pure della splendida illuminazione dei pannelli: luce radente, dall'alto, che pareva uscire dalle fotografie stesse.
Il senso dello spazio è il titolo della prima personale italiana della scultrice
N.B. Potrete visitarla sino al 21 marzo 2010...AFFRETTATEVI!
La mostra, curata da Gloria Moure Cao, presenta una serie di 19 opere, alcune di grandi dimensioni, provenienti dalla sua collezione personale e da collezioni pubbliche e private quali il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e la Fundacion la Caixa di Barcellona, in grado di ripercorrere la produzione recente di Cristina Iglesias, dalla fine degli anni '80, cui appartengono lavori come soffitti pendenti, abitazioni e padiglioni sospesi, ai giorni nostri, con opere che saranno prodotte appositamente per questa occasione.
Lo scopo è quello di creare un enorme labirinto, capace di generare un’esperienza di magia vitale in cui s’incontrano l’acqua, la terra, la luce, l’architettura dei chiostri, i cunicoli dei giardini di bronzo fatti di vegetali solidificati e resi eterni, piante vive, ombre gettate da superfici di alabastro, trasparenze di vetri colorati e altro ancora.
Come afferma Angela Vettese, direttore della Fondazione Arnaldo Pomodoro, -i temi toccati dall’artista sono molteplici e sovrapposti. Tra questi il ruolo della natura nella nostra vita; la capacità della natura di essere ancora spunto di riflessione per gli artisti; l’uso di tecniche e materiali che mescolano l’antica tradizione del calco e della fusione con l’uso di materiali quali la resina, il cavo d’acciaio intrecciato, il cemento a vista, il vetro e l’alabastro. Centrale è l’idea di Arcadia come incontro mitico, mai raggiungibile del tutto, tra uomo e natura e quindi tra naturale e artificiale. I luoghi concepiti da Cristina Iglesias sono tutti all’interno di questi due poli: la natura vi è rievocata attraverso disegni di vecchie tappezzerie o, piu’ spesso, attraverso la ricostruzione di pattern vegetali, mescolanze di varie essenze, il cui calco diventa la matrice per un intero corridoio-
La Fondazione Arnaldo Pomodoro offre uno spazio inusuale per un artista che lavora con gli elementi architettonici, con una percezione deformata e con ombre proiettate sopra lo spettatore, il quale viene coinvolto nel linguaggio di un testo che non è fatto per essere letto ma per essere attraversato dal corpo e vissuto con emozione.
L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna, SEACEX.
Cristina Iglesias é nata a San Sebastian in Spagna nel 1956. Fa parte di una generazione di artisti che alla fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90 ha portato all’espansione dell’oggetto scultoreo nel nuovo reame dell’installazione. In contrasto con i suoi predecessori -modernisti, la Iglesias, il cui lavoro é principalmente figurativo, evoca spesso il corpo femminile facendolo entrare in rapporto oggetti di uso comune come mobili, stanze e edifici architettonici. A livello di materiali Iglesias combina l’utilizzo di cemento, ferro, vetro con elementi naturali come bambù, foglie e rami che spesso ricoprono esternamente i suoi lavori. Le prime esposizioni di Cristina Iglesias risalgono agli anni ottanta e, da allora molte sono le sue mostre personali: Museum Ludwig, Colonia (2006); Whitechapel Art Gallery, Londra (2003); Museu Serralves, Oporto (2002); Museo Guggenheim, Bilbao (1998); Palacio de Velázquez / Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (1998); Guggenheim Museum, New York (1997); One Room, Stedelijk van Abbemuseum, Eindhoven (1993) and Kunsthalle, Berna (1991). Ha rappresentato la Spagna all 42ma e 46ma Biennale di Venezia (1986 e 1993).
...titolavo così un post su una mostra splendida visitata a Faenza (la mia scatola delle meraviglie).
Lì ho scoperto l'opera di Bertozzi&Casoni di cui ora sono una "fan" (o si dovrebbe dire "estimatrice" ;)?).
Vagabondando in rete ho pescato questo video su di loro.
by Cat
(De)Structura di Donatella Corrodo Video d'arte che descrive la creazione dell'opera degli artisti Bertozzi & Casoni, ospitato nell'ambito della 52ma Biennale d'arte di Venezia, all'interno di Cà Pesaro.
6 milliards d'Autres, progetto di YannArthus-Bertrand che raccoglie le testimonianze spontanee di 5000 persone di 75 nazioni intervistate sulle domande principali della vita.
LINK:
6 miliardi d'Altri: versione italiana del sito originale francese (si possono passare giorni a seguire tutte le interviste catalogate!).
dal 5 al 7 novembre sono stata nuovamente a Faenza (rivelatasi una nuova scatola delle meraviglie) e ho visitato una mostra che consiglio (AFFRETTATEVI CHé RIMMARRà APERTA SOLO SINO ALL'11 GENNAIO 2009!!!).
Info.
Fondazione Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
tel bookshop 0546.697308 - fax 0546.27141 info@micfaenza.org www.micfaenza.org
La mostra mi è piaciuta, ma detesto esprimere giudizi e/o impressioni articolate su mostre, film, libri, musica, ecc...
(vabbè scrivo soltanto che l'avrei intitolata Jeff Koons ci fa un baffo!)
Riporterò solo qualche stralcio tratto dal comunicato stampa ufficiale.
BERTOZZI&CASONI CHI???
"Bertozzi & Casoni è una società in nome collettivo fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961).
Appena terminati gli studi all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza, Bertozzi e Casoni partecipano alle manifestazioni che tentano di mettere a fuoco i protagonisti e le ragioni di una "nuova ceramica". Abilità esecutiva e distaccata ironia caratterizzano già le loro prime creazioni in sottile maiolica policroma. Importante è la collaborazione con la Cooperativa Ceramica di Imola dove collaborano come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica.
Negli anni Ottanta e Novanta il virtuosismo esecutivo raggiunge nuovi apici tra opere scultoree, intersezioni con il design e realizzazioni per affermati artisti italiani ed europei.
Negli anni Novanta emerge nel loro lavoro un aspetto maggiormente concettuale e radicale: la ceramica assume dimensioni sempre maggiori fino a sconfinare nell'iperbole linguistica e realizzativa. La critica e le più importanti gallerie d'arte nazionali e internazionali si interessano al loro lavoro. Le loro sculture, simboliche, irridenti e pervase da sensi di attrazione nei confronti di quanto è caduco, transitorio, peribile e in disfacimento sono diventate icone, internazionalmente riconosciute, di una, non solo contemporanea, condizione umana.
Tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, Bertozzi & Casoni indagano i rifiuti della società contemporanea non escludendo quelli culturali: sia quelli del passato che quelli delle tendenze artistiche a noi più vicine.
Negli anni Duemila, Bertozzi & Casoni abbandonano l'uso della maiolica per privilegiare, in una sorta di rinnovata "epopea del trash", l'utilizzo di materiali ceramici di derivazione industriale che accrescono il potere ipnotico dei loro lavori divenuti tecnicamente perfetti, ben oltre i risultati, già eccezionali, precedentemente acquisiti".
Dato il periodo natalizio inizio con quest'opera ;):
Le sculture da viaggio quando sono ripiegate hanno il pregio di poter essere dimenticate fra le pagine di un libro e ritrovate a caso.
Aperte possono stare su qualunque piano, sull'armadio, sulla sedia, sui vestiti.
Possono mostrare l'apertura variabile dei desideri.
Apparire e sparire in fretta.
D'ora in poi lo spazio non è più un a-priori cui togliere o aggiungere materia.
D'ora in poi la scultura non colonializza.
D'ora in poi la scultura è una possibilità non una entità. D'ora in poi la scultura licenzia i gloriosi facchini. D'ora in poi la scultura può vagare da fiore a fiore.
Le sculture da viaggio uniscono l'origami, arte di piegare la carta, con il kirigami, arte di tagliare la carta.
Leggerezza e humor di Bruno Munari rispetto agli altri Maestri. Leggerezza e humor, qualità rare, vedi Aldo Palazzeschi.
23 piccole sculture realizzate da Egidio Costantini (maestro vetraio e non solo) tratte dai disegni di Picasso
A vederle così potrebbero non dire nulla, ma io le ho viste nella stanza di Peggy esposte su una serie di mensole trasparenti in una finestra che s'affacciava sul Canal Grande.
Se ne stavano sospese a mezz'aria (pareva quasi che levitassero) bagnandoti a sorpresa di luce (blu)...
Bizzarre, fragili, trasparenti, leggere e blu: così sono le cose che contano (almeno per me).
La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore Voltaire
photo by Arianna Passerini
N.B. 1. Sulla busta photo (scattata a Gerusalemme) by CHIARA TOCCI. 2. Se le immagini e i video presenti sul blog dovessero risultare troppo piccoli clikkateci sopra 2 volte e ve li godrete in una dimensione accettabile :)
Sviaggi è dedicato ai viaggi "altri" si parte dal presupposto che la "mappa non sia il territorio"... insomma sviaggi si occupa del viaggiare come pratica di vita, come pratica di riappropriazione del territorio attraverso i propri passi.
Il viaggio inteso come andare verso, apertura...una pratica quotidiana da svolgere sempre anche quando ci accingiamo solo a voltare l'angolo. Il viaggio inteso come ricerca e non come fuga. Sviaggi vuol essere un invito a mantenere desta la capacità di sorprendersi e di MERAVIGLIARSI anche quando si viaggia per lavoro, si è costretti a fare la fila alla posta, si è "rinchiusi" in un eurostar, ecc... Ma è anche un invito a non sottovalutare un viaggio in particolare, il più faticoso di tutti (dal quale, sicuramente, non si torna uguali a come si è partiti): quello che si intraprende per cercarSI davvero e non per fuggire.
"Who are you?" said the Caterpillar...
Sviaggiè un blog scritto a + mani per questo il Bruco (o meglio il Brucaliffo della versione disneyana) di Alice nel paese delle meraviglie ci è sembrato l'avatar più adatto a noi (che speriamo di aggiungerne presto 2, 4, 6 di mani!). Un bruco che se ne sta seduto su un fungo a fumare da un narghilè e che cambierà "forma" , rappresenta soprattutto lo stato d'animo con cui vorremmo partire ogni giorno! "WHO ARE YOU?"
Flicka flicka flicka! / Here you are / Cata cata cata! / Caterpillar girl...
"What the caterpillar calls the end, the rest of the world calls a butterfly"
NOTE 1. La maggior parte dei testi e delle immagini pubblicate sono di proprietà degli autori del blog. I testi e le immagini tratte da internet (di cui citiamo sempre la fonte) sono stati valutati di "pubblico dominio", ma qualora il loro uso violasse i diritti d'autore, comunicatecelo e provvederemo alla loro rimozione. 2. Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto è aggiornato senza periodicità e non può quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 62/2001
Ottobre 1968, Giochi Olimpici di Città di Messico.
Nel corso della premiazione della finale dei 200 m, 2 atleti USA, Tommie Smith e John Carlos, rispettivamente medaglia d'oro e medaglia di bronzo, salgono sul podio e, a capo chino, salutano l'inno americano alzando un pugno guantato di nero.
È il loro clamoroso atto di protesta contro le discriminazioni razziali che avvengono nel loro paese.
Al movimento del Black Power faceva riferimento il gesto di Smith e Carlos, che suscitò grande scalpore perché trasmesso in tutto il mondo dalla televisione.
I due atleti vennero immediatamente espulsi dalla squadra olimpica e la loro carriera sportiva venne stroncata.