…nel suo ultimo post Daniele parlava di energia…
coincidenze…
una coincidenza l'immagine di Daniela Tieni che, a mio parere, s'adatta perfettamente alle parole che seguono
"Sarebbe il caso che facessimo tutti silenzio, ora.
Un fiore non cresce più in fretta se gli si urla addosso"
SILENZIO
Cat
P.S. nicolaingiappone è un blog attivo da più di quattro anni. E' tenuto da qualcuno che ama e conosce profondamente un paese tanto enigmatico per noi.
Il post che riporto è suo.
martedì 15 marzo 2011
Il terremoto online.
Mi sono appena seduto sul sedile di un MD-80 della Meridiana diretto a Torino. Sono con mia madre, per il suo compleanno le ho regalato questo viaggetto per andare a trovare gli zii.
Il cellulare di mia madre squilla, penso: "ma proprio ora deve squillare, ci buttano fuori dall'aereo seduta-stante...", era mia madrina Pina, preoccupata per un terremoto avvenuto in Giappone.
Ho gonfiato il petto e con orgoglio ho detto: "sarà il solito terremoto, loro ci sono abituati". Ma ho pensato: mia madrina Pina non è scema, e se ha chiamato qualcosa dev'essere pure avvenuto...
L'aereo è decollato, ho sentito l'ansia crescere dentro di me. Atterrati a Torino, l'aria era ferma, calda, appiccicosa. L'iPhone ci mette troppo ad accendersi, mi connetto al sito di Repubblica: il terremoto più forte della storia del Giappone, tsunami devastante, rischio nucleare. Cerco il numero di Shiho. E' un numerone che inizia con "0081..", non lo faccio mai perchè succhia decine di euro per qualche minuto di conversazione, ma devo sapere come sta Shiho.
Mi tornano alla mente le immagini del film 僕の彼女はサイボーグ(Boku no Kanojo wa Saibōgu - La mia ragazza è un Cyborg), del 2008 di Kwak Jae-Yong, dove avviene un mega terremoto che spazza via Tokyo. In effetti questo è un mega terremoto...
Comincio a sentire mio fratello e mia madre che mi chiedono conto di novità, notizie, informazioni. L'auto sfreccia nella tangenziale di Torino, la linea va e viene e ogni volta che compongo il numero, cade la linea, "comunicazione interrotta" o si sente il tono di occupato. Continuano a chiedere e a chiedere, ma io non posso fare nulla, cazzo il telefono non prende, mi fate venire ancora più ansia, LASCIATEMI IN PACE!!
Aspetto solo di arrivare a casa ed avere un computer a portata di mano.
Appena ce l'ho, comincio ad essere bombardato da immagini, video, quasi anche la terra che calpesto tremasse e la camera dove mi trovo venisse inondata da quella lurida acqua nera. E il telefono di Shiho tace. Passano le ore, e sto ancora davanti a quel monitor, bombardato da notizie, scoop, filmati, foto, ultim'ore.
Poi, finalmente è libero, la voce di Shiho, mi dice tranquillamente in perfetto Italiano: "questo non è normale, noi abbiamo tanti terremoti, ma questo...non è normale". Faccio di tutto per trattenere le lacrime, io sono quello che dovrebbe incoraggiare e invece è lei che mi dice che è tutto ok. Non può tornare a casa perchè non ci sono treni.
Chiudo il telefono, ma non riesco a fare a meno di continuare a leggere le notizie che rimbalzano alla velocità della luce tra i vari siti: è la prima catastrofe che seguo online e ho sperimentato che ormai l'informazione fa davvero schifo: le notizie riportate dai vari siti anche autorevoli sono solo frutto di copia-incolla, e come il passaparola si modificano nei vari passaggi arrivando alla fine ad essere notizie incredibili. Fughe radioattive, o forse no; migliaia di morti, forse no ma anche si. E poi Facebook. Cominciano a lievitare i link riportati dagli amici, quando ce ne sono tanti nella lista contatti la homepage diventa demente e nevrotica: assieme ai link dei bimbi-minchia ci sono le notizie incredibili, i dementi a cui non importa che il Giappone venga distrutto accompagnati dai dementi che non hanno dimenticato Pearl Harbor, poi la cattolica integralista che dice che i Giapponesi sono stati spazzati via perchè sono atei. E arrivano quelli che chiedono soldi per gli aiuti, le dichiarazioni politiche, Bruno Vespa coi suoi plastici. E' una babele. E i miei cari sono lì e spietatamente si fa notizia della loro paura, della loro sofferenza.
Tokyo ha retto bene, meglio di come hanno fatto i miei nervi. La terra ha tremato così tanto che era impossibile stare in piedi ma tutto è ancora lì. Tutti i miei cari sono sani e salvi e non hanno smesso di lavorare un solo giorno, nonostante tutto. La costa sul Pacifico del Tohoku è distrutta, piango in silenzio i morti e prego per i sopravvissuti. Ma il Giappone è pieno di Giapponesi, e se sono tutti volenterosi e testardi come quelli che conosco, beh risorgerà tutto come i fiori in un campo di lava asciutta, e tornerà presto la primavera.
I Giapponesi, al contrario di come ci suggerisce il nostro senso comune e gli pseudo-giornalisti catastrofisti, se la cavano già alla stra-grande: tutto funziona di nuovo, si lavora di nuovo, si vive di nuovo. Mentre noi ci addoloriamo per le presunte radiazioni, mentre gli esibizionisti nippofili elargiscono generosamente la loro sapienza aumentando la propria visibilità mediatica sulla pelle dei morti affogati, mentre raccogliamo fondi a favore di chissàchi e che andranno chissàdove, mentre rimbalziamo ancora e ancora immagini, link, video di quell'onda nera che travolge tutto, delle case che si sfaldano...loro, i Giapponesi tutti pur feriti stanno già di nuovo correndo, e pur feriti ci superano in velocità senza guardarsi indietro come hanno sempre fatto e sempre faranno.
Sarebbe il caso che facessimo tutti silenzio, ora. Un fiore non cresce più in fretta se gli si urla addosso.
Altri blog da cui attingere notizie: