2.11.08

woices: del suono del mondo...

Dal mio Internazionale delle meraviglie un'altra chicca suggerita da Ethan Zuckerman.
La possibilità ,offerta da woices, di creare e disporre di mappe sonore è davvero suggestiva! L'unica cosa su cui dissento con Zuckerman è la proposta di installare un "discreto" sistema di videoconferenza per collegare in maniera casuale luoghi lontani...a parte il fatto che credo che esistano svariate webcam sparse per il mondo, è un'idea che puzza di "grande fratello" che non mi piace per niente! 
Meglio le suggestioni dei suoni ...


Woices, and weird windows on the world
di Ethan Zuckerman

Ho un'idea che mi ronza in testa da un po' di tempo. Mi è venuta in mente mentre chiacchieravo con Dale Joachim, un ingegnere dell'Mit che usa il cellulare per studiare i gufi: chiama nella foresta di notte, trasmette il richiamo di un gufo e ascolta le risposte attraverso dei microfoni gsm.
L'idea di ascoltare i luoghi mi ha fatto pensare a tutti i posti simili che esistono nel mondo: un Kentucky Fried Chicken di Canton, in Ohio, e uno di Canton in Cina, per esempio. Da un lato sono due spazi identici, dall'altro sono profondamente diversi.
Mi piacerebbe creare delle finestre tra questi luoghi: si potrebbe installare un sistema di videoconferenza molto discreto – un monitor e una webcam – e collegare in modo casuale due spazi affini.
Così dal nostro ristorante in Ohio potremmo avere una finestra sulla Cina, e qualche minuto dopo sul Pakistan o sulla Polonia. Potremmo ascoltare le conversazioni che si svolgono dall'altra parte, o addirittura guardare il monitor e parlare con qualcuno.
Alcuni di questi luoghi avrebbero un legame molto evidente: due Starbucks, per esempio. In altri casi, invece, il legame sarebbe più concettuale, come quello tra un centro commerciale e il mercato all'aperto di Makola, ad Accra.
Il progetto Woices
Si potrebbe anche sostituire lo specchio sopra un lavandino di un bagno pubblico con un monitor e associarlo a un monitor sopra un altro lavandino dall'altra parte del mondo.
Le immagini potrebbero essere trasmesse in streaming su internet: non solo avremmo un'idea della diversità dei due posti, ma sarebbe anche una grande opportunità per studiare le possibili interazioni tra gli esseri umani.
Come ci comporteremmo di fronte a queste finestre? Le ignoreremmo come facciamo di solito quando ci troviamo in spazi pubblici? Saluteremmo educatamente gli altri clienti, prima di tornare al nostro piatto? Oppure rivolgeremmo la parola all'uomo che beve un caffè in Bahrein e alla donna che vende pesce ad Accra?
Se fossi Cory Doctorow ci scriverei un racconto. Sarebbe la storia di un gruppo di ragazzini brasiliani che fa amicizia con un altro gruppo in Cina, comunicando attraverso i monitor. I ragazzi si darebbero appuntamento davanti allo schermo nella speranza che l'algoritmo li connetta casualmente ai nuovi amici, e non a una stanza di tedeschi dalla faccia austera.
Forse esiste una catena di ristoranti o di negozi abbastanza folle da realizzare un'idea del genere. Si potrebbe fare una prova su scala ridotta in un Walmart o in un Best Buy, convertendo uno schermo televisivo o il monitor di un computer in una finestra. Secondo me la cosa più affascinante sarebbe avere una finestra che passi inosservata in uno spazio pubblico, per esempio un ristorante.
Tutto questo mi fa tornare in mente Woices, un sito che permette di taggare spazi geografici attraverso piccoli brani audio. Queste tag, chiamate "eco", messe insieme formano un nuovo tipo di guida turistica. Con un telefono in grado di rilevare il posto esatto in cui siamo, è possibile ascoltare i discorsi che le altre persone hanno lasciato in giro per il pianeta.
Oggi, per esempio, ho ascoltato alcune persone leggere il menù in un ristorante giapponese a Terragona e discutere di un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, in Galizia.
Per farsi un'idea di come funziona Woices è meglio conoscere lo spagnolo, ma non esiste un linguaggio specifico per la tecnologia. Mi piace l'idea che un posto raccolga sia la voce di chi ci abita sia quella di un turista che sta imparando a conoscerlo.
Forse questo è un modo più pratico per realizzare la mia idea, e dovrei semplicemente cominciare ad annotare tutti i Kentucky Fried Chicken dove mi capita di mangiare. Da Canton a Canton.

ETHAN ZUCKERMAN lavora al Berkman center for internet and society. Nel 2004 ha fondato il sito Global Voices insieme a Rebecca MacKinnon. Questo articolo è uscito sul suo blog con il titolo Woices, and weird windows on the world.

5 commenti:

Daniele Passerini ha detto...

Controlla un po il link che hai inserito, perché mi pare che qualcosa non funzioni...

Caterpillar 1 ha detto...

Quale dei tanti? Li ho controllati di nuovo tutti e funzionano.

Daniele Passerini ha detto...

Il link per andare a vedere/ascoltare la "chicca suggerita da Ethan Zuckerman": sarò "rinco" ma non lo trovo proprio! :)

Caterpillar 1 ha detto...

Ciao Dani,
probabilmente, considerata la lunghezza dell'articolo, il link si perdeva nel testo...
L'ho evidenziato.
: )

Daniele Passerini ha detto...

Vedi, basta nulla e il blog diventa "accessibile" pure ai vecchietti come me!

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