il DIECI ottobre le carriole sono tornate a L'Aquila…
Angela Maria Russo
Sul cartello di divieto di sosta c'è scritto:"PER LAVORI" dal.... al...…non c'è nè la data di inizio e neanche quella della fine ovviamente!
LUNEDÌ 11 OTTOBRE 2010SIMO CAPECCHIIeri nella zona rossa a disegnare credo fossimo almeno 50, più i fotografi e vari accompagnatori. E' la prima volta che un gruppo così consistente di disegnatori si riunisce per un reportage collettivo, da Trieste, Bologna, Latina, Roma, Lanciano. Da Napoli eravamo Caroline Peyron, Ferruccio Orioli, io e mio marito Enrico Rebeggiani, abruzzese di Chieti. Abbiamo conosciuto Antonio Di Giandomenico, il prof. Antonio Gasbarrini e diversi cittadini aquilani attivi nell'Assemblea cittadina che altri avevano già incontrato nei sopralluoghi precedenti. Quello che abbiamo visto e ascoltato è cosa difficile da raccontare.
Ingenuamente, non mi aspettavo di trovare la ferita così aperta, nelle persone oltre che nelle case. La zona rossa comprende quasi l'intero centro storico ed è militarizzata, con camionette ad ogni varco. Tutto è puntellato. Sono pochissimi i cantieri attivi. La città è in attesa di crollare definitivamente e neanche troppo lentamente.
Mentre disegno in piazza Santa Giusta arriva una signora con i genitori anziani e protesta che vuole vedere la sua casa. I vigili del fuoco che ci stanno scortando divisi in tre gruppidi circa venti persone, la fanno entrare e noi le prestiamo i caschetti. Quando tornano il padre è in lacrime. "Ho quattro case e non posso entrare in nessuna. Loro ci entrano invece, eccome: le hanno appena messe in sicurezza, hanno sfondato i tramezzi col piccone per far passare i tiranti, mi hanno fatto a pezzi tutto quello che era rimasto, i mobili..."
A via Sturzo, fuori della zona rossa, la fila di palazzine in cemento armato ha reagito quasi peggio di quelle in muratura: i muri di tamponamento al piano terra sono esplosi cacciando fuori tutto il contenuto delle case. In un mucchio troviamo frammenti di spartiti e strumenti musicali.
Ferruccio Orioli fa questo disegno in quattro parti. Architetto di origini veneziane, ha visto da vicino diversi terremoti, dal Friuli, al Belice, all'Irpinia. "Ma questo è il primo terremoto italiano a non avere una legge speciale che preveda la ricostruzione. Una città intera è stata condannata alla scomparsa. Non ce la faccio più a guardare, finisco l'acquerello al caffè". Siamo stati male, tutti. Non so se era più il senso di impotenza o la rabbia.Nel 1703, ci racconta Gasbarrini, la città fu distrutta da un violento terremoto e un illuminato Marchese della Rocca Marco Garofalo, il "Bertolaso" di allora, obbligò i cittadini a ricostruire le case assistendoli e sospendendo le tasse per diverso tempo. Da gennaio i cittadini dell'Aquila invece pagheranno le tasse normalmente, arretrati compresi.Il peso ...della situazioneartman
Un "TELAMONE" ha attirato la mia attenzione, stranamente la diagonale di una impalcatura azzurra coincide con le mani del personaggio... si ritrova a reggere o meglio a sorreggere, il PESO del suo carico consegnatogli dal fato... (particolare del rosone della chiesa di Santa Giusta di Bazzano).