Venerdì, 7 agosto
Sono venuto, come volontario della Protezione Civile, a lavorare nel Campo Umbria di Paganica (AQ) per aiutare concretamente la popolazione terremotata di L'Aquila, la città dove sono nato, e anche per vedere coi miei occhi come stanno le cose, dopo avere letto al riguardo tutto e il contrario di tutto. Sette giorni è un piccolo periodo, ne so quindi ancora poco, però decisamente più di prima.
Ho fatto un po' di domande, ho soprattutto ascoltato e osservato: i racconti dei cittadini senza casa che avevano voglia di parlare, quelli del capocampo e degli altri volontari che erano già stati qui e potevano confrontare le loro diverse esperienze; ho partecipato anche all'incontro che il Sindaco Cialente ha fatto con gli abitanti di Paganica presso il campo di rugby qualche giorno fa. Ho captato sia tensioni che speranze, sia malumore che gratitudine, sia dignità che malignità, sia disponibilità che remissività ecc. Mi ha colpito ad esempio scoprire che chi sta in tenda chiami chi ha preferito trovare rifugio negli alberghi costieri "quelli che stanno al mare", con una certa sfumatura di spregio. Ho fatto un bagno d'umanità, dunque di contraddizioni.
E tutto sommato ho ricavato conferme alle idee che mi ero fatto. Purtroppo il terremoto abruzzese è diventato anche un terreno di coltura per contrapposizioni politiche, campanilismi e divisioni sociali. Forse sbaglio, ma la mia (prima) impressione e che di fatto sia stata messa in messo in moto una macchina (misure d'emergenza della Protezione Civile e strategie più vaste del governo), efficiente quanto si voglia, in grado però di strappare tra i suoi ingranaggi ulteriormente il tessuto sociale locale già abbondantemente sfilacciato dalle conseguenze del sisma (perdita della casa e/o del lavoro in primis): tra i terremotati è diffusa la sensazione che tra loro ci siano quelli di serie A, quelli di serie B ecc. ben più di quanto sarebbe naturale aspettarsi.
I media e le persone di parte partecipano a questo gioco al massacro: chi vuole lustrare il governo mette in luce solo i lati positivi della gestione dell'emergenza abruzzese, chi vuole coglierlo in castagna enfatizza solo le ombre e le disfunzioni del dopo-sisma.
Potrei sintetizzare la mia posizione così: si poteva fare di meglio? certo. Ma si poteva fare anche di peggio? senz'altro. Lasciamo dunque cadere le partigianerie e auguriamoci che si lavori veramente col cuore e tutti insieme, l'Italia per l'Abruzzo e gli abruzzesi per loro stessi.
Domani a quest'ora sarò in partenza per Perugia. A presto.
P.S. Nella foto il "quartiere" Piazza del Capo Accoglienza Umbria di Paganica, scattata al tramonto dalla mensa.
by Daniele Passerini (Caterpillar 3)
Fonte: 22passi.blogspot.com
2 commenti:
Accidenti che onore!
Mi hai messo tu stessa su sviaggi!!
Però ti segnalo che ho rivisto alcuni passaggi delle mie prime impressioni... sono un po' pignolo e difficilmente non rimetto le mani su una cosa che ho scritto in fretta. A maggior ragione su una questione talmente delicata. Perciò ti chiedo la cortesia di fare un nuovo copia-incolla.
E soprattutto due volte grazie!
"pignolissimo" sei! ; )
Copia incolla eseguito!
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