One&Other (from London...) è stato
il primo post che ho scritto dopo il mio ritorno.
One&Other si è concluso il 14 ottobre.
Per 100 giorni il live artwork di Antony Gormley ha portato sul Fourth Plinth di Trafalgar Square oltre 2400 persone.
Una dopo l'altra, un'ora dopo l'altra, h24 con la pioggia, col vento o col sole, per 100 giorni di seguito.
Naturalmente quest'intervento "vivo" sul e nel tessuto vivo della città è stato accompagnato da apprezzamenti e da molte polemiche: c'è chi sostiene che abbia portato una ventata di novità e chi, invece, che One&Other abbia mostrato solo gente alla disperata ricerca di attenzione.
E' vero, si sono avvicendati i personaggi più disparati (anche "strampalati"...): c'è stato chi ha promosso un ente benefico, chi ha recitato, chi ha ballato, ecc...
Ma, da che vi ho messo piede, il richiamo della piazza è stato irresistibile: sia al mattino, prima che iniziasse la giornata, che alla sera, prima di rincasare, dovevo passare dal Fourth Plinth...è stato il mio piccolo rito scaramantico ed il modo meraviglioso in cui la città m'ha accolta.
Così credo sia inutile chiedersi se questa sia arte perché, per quel che mi riguarda, Gormley il suo obiettivo l'ha raggiunto!
BOO!
by Cat
“… It has changed my life and that of many others… Who can be represented in art? How can we make it? How can we experience it? These are questions that have exercised me for years. Whether you see the plinth as a protest or pole-dance platform; studio or stocks; playpen or pulpit; as a frame for interrogation or for meditation, it has provided an open space of possibility for many to test their sense of self and how they might communicate this to a wider world”.Antony Gormley
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